26 Novembre 2025
Emmanuel Macron, imagonoeconomica
10 mesi di servizio militare "volontario" per ingrossare le fila dell'esercito contro la solita "minaccia" russa e per assecondare il "desiderio di servizio" nei giovani francesi. Sarebbe questa l'ultima, folle trovata del Presidente francese Emmanuel Macron in vista di un aumento di risorse mobilitabili all'interno dell'esercito.
A nulla sembrano servire i sudati negoziati multilaterali da giorni ormai in corso per arrivare ad una pace "giusta" e ad un cessate il fuoco tra Russia ed Ucraina. L'Unione Europea - guerrafondaia - sta continuando ad adottare strategie di riarmo e preparazione bellica contro la presunta "minaccia" russa in barba ai processi di de-escalation iniziati anzitutto su prima proposta trumpiana in 28 punti. Dopo le già numerose iniziative prese dalla Germania in tema di addestramento e reclutamento militare, dopo il neo programma pilota polacco "wGotowości" avanzato dal ministro della Difesa Kosiniak-Kamysz, dopo il servizio di leva ripreso da Svezia, Lettonia e Lituania, ora la palla passa a Macron che nel corso della settimana ha avvisato annuncerà la nuova strategia volta ad aumentare gli effettivi dell'esercito.
A quanto risulta da prime indiscrezioni, il "nuovo" servizio di leva sarà volontario, durerà 10 mesi e sarà retribuito con uno stipendio mensile compreso tra i 900 e 1000 euro al mese. Una proposta che dovrebbe suonare "allettante", specie perché - su stessa ammissione di Macron - l'iniziativa risponderà al profondo "desiderio di servizio" dei giovani francesi. Nella promozione del piano, il Capo dell'Eliseo non ha perso tempo nel tornare a seminare panico per un futuro "scontro ibrido" sferrato da Mosca. "Se noi francesi vogliamo proteggerci ... dobbiamo dimostrare di non essere deboli di fronte alla potenza che più ci minaccia". Ma quale minaccia? Proteggersi da chi? Macron ha però "rassicurato": "sfatiamo subito ogni equivoco: non manderemo i nostri giovani in Ucraina" ha detto, mettendo le mani avanti.
La proposta di Macron non sembra però aver trovato la resistenza di Raphaël Glucksmann del partito di centro-sinistra Place Publique, che anzi ha fatto il passo più lungo della gamba: non un servizio di leva volontario, ma obbligatorio e "non necessariamente militare". L'obiettivo più roseo dell'Eliseo è quello di reclutare 50mila giovani ogni anno entro il 2035 proprio per ovviare alla "vulnerabilità" dell'esercito francese, che secondo fonti conterebbe su 200mila effettivi, 40mila riservisti ma solo 77mila schierabili. E per chi si sta preparando ad una guerra come Macron, evidentemente questi numeri paiono troppo "esigui". L'annuncio ufficale di Macron su questa nuova "iniziativa" è atteso per domani, giovedì 27 novembre, presso la 27a Brigata di fanteria di montagna sulle Alpi. Purtuttavia, l'altro fronte con cui bisognerà fare i conti sono i costi, da includere nel bilancio alla difesa, già zoppicante dopo gli ultimi avvicendamenti politici col primo ministro Sébastien Lecornu. È un lento passo all'indietro per la Francia, se si pensa che la coscrizione obbligatoria fu abolita nel 1996-1997 da Jacques Chirac.
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