26 Settembre 2025
Netanyahu all'Assemblea Onu
Il discorso del premier israeliano Benjamin Netanyahu all'Assemblea generale Onu a New York, durato circa 40 minuti, ha rappresentato la conferma della ferma prosecuzione del genocidio a Gaza. "Vogliamo finire il lavoro a Gaza il più velocemente possibile" ha detto il premier Netanyahu dopo aver esordito mostrando una mappa della regione con cui ha riassunto i "successi" e le azioni dell'Idf.
"Israele ha martellato gli Houthi, schiacciato la grande parte di Hamas, paralizzato Hezbollah" ha comunicato il premier Netanyahu nel corso del suo discorso all'Onu davanti ad un'aula semi-vuota. "Dobbiamo prosegiuire la nostra azione contro Hamas" che è "corrotta alla radice". Poi Netanyahu ha mostrato la "mappa del terrore dell'Iran" puntando il dito contro il Paese medio orientale "che sta rapidamente sviluppando un programma nucleare e di missili balistici. Questi non solo rischiano di distruggere Israele ma mettono in pericolo gli Usa". Anche in questo caso, Netanyahu ha ricordato i successi israeliani: contro l'Iran, gli Houthi in Yemen, in Siria e contro i leader di Hamas a Gaza. Un accordo di pace con il Libano è a portata di mano ha detto: "Se il governo prosegue con il disarmo di Hezbollah, possiamo raggiungere una pace stabile".
Dopo i ringraziamenti di Netanyahu a Trump, la guerra israelo-palestinese. "Ancora non è finita. Ciò che resta di Hamas ancora è arroccato a Gaza e loro hanno giurato di perpetrare atrocità di nuovo come il 7 ottobre ancora e ancora, per questo Israele deve portare a termine il lavoro e dobbiamo farlo nel modo più rapido possibile". Nel parlare così il leader israeliano ha mostrato la spilla sulla giacca: un qr code che ha invitato le delegazioni presenti ad inquadrare affinché vedano "perché combattiamo e perché dobbiamo vincere". "Il 7 ottobre Hamas ha condotto l'attacco peggiore contro gli ebrei dopo l'Olocausto, hanno decapitato uomini, stuprato donne, bruciato bambini vivi, questi mostri hanno preso ostaggio 200 persone". Quindi l'accusa ai leader mondiali: "Vi siete tirati fuori, favorite il male".
Poi l'appello diretto ad Hamas: "Liberate gli ostaggi e deponete le armi. Ai leader di Hamas rimasti, ai carcerieri dei nostri ostaggi, dico: deponete le vostre armi. Lasciate andare la mia gente popolo. Liberate gli ostaggi, tutti, tutti i 48. Liberateli ora. Se lo farete, vivrete. Altrimenti, Israele vi darà la caccia". Per Netanyahu, ha insistito all'Assemblea Onu, il conflitto a Gaza "riguarda tutti" però, aggiunge, "I palestinesi non credono nella soluzione dei due Stati, non vogliono uno stato vicino a Israele ma al posto di Israele". "L'accusa di genocidio è infondata" ha continuato Netanyahu, negando la pulizia etnica in corso e negando di star obbligando i palestinesi a lasciare Gaza: "Per caso i nazisti chiedevano gentilmente agli ebrei di andarsene? Ora vorrei porvi una domanda semplice, una domanda logica: Un Paese che sta commettendo un genocidio, implorerebbe la popolazione civile che dovrebbe essere il suo obiettivo di mettersi al riparo? Noi stiamo cercando di farli uscire e Hamas sta cercando di tenerli dentro". Il premier israeliano ha inoltre spiegato che l'Idf sta rispettando tutte le regole per non colpire i civili e che il rapporto tra civili uccisi è molto basso rispetto a guerre recenti (come quella in Afghanistan). È Hamas, continua Netanyahu, a star trattenendo civili usandoli come scudi umani. Non solo: accusa Hamas di rubare gli aiuti e di rivenderli a prezzi alti, "hanno sottratto l'85% degli aiuti".
Intanto le parole di Netanyahu sono risuonate su tutta la Striscia: prima del discorso, Netanyahu aveva infatti dato ordine alle Idf affinché installassero altoparlanti in tutta Gaza così che i civili potessero ascoltare. Netanyahu stesso l'ha comunicato durante il discorso: "Ho circondato Gaza con grandi altoparlanti collegati a questo microfono, nella speranza che gli ostaggi sentano il mio messaggio". Una mossa che testimonia ancora di più la violenza "psicologica" della guerra a Gaza, così come affermato da un funzionario militare. Nell'aula dell'Onu, prima dell'inizio del discorso, sono scoppiati dissensi: numerose le delegazioni che hanno abbandonato l'aula in segno di protesta. Fuori da Palazzo di Vetro picchetti di manifestanti pro-Pal.
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