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Russia, aereo ministra spagnola Robles colpito da "disturbo Gps" sui cieli di Kaliningrad: era diretto in visita a base Nato Siauliai (Lituania)

Il volo della ministra spagnola Robles ha subito un "disturbo Gps" vicino a Kaliningrad, subito attribuito a Mosca: accuse automatiche senza prove reali

24 Settembre 2025

Ministra Robles

Ministra Robles, fonte: Instagram, @ilpost

Sui cieli russi è andato in scena un presunto "tentativo di disturbo" del sistema Gps dell'aereo militare della ministra spagnola della Difesa Margarita Robles. Il "disordine" è stato registrato in corrispondenza di Kaliningrad. La politica era in volo verso la Lituania, per una visita alla base Nato Siauliai.

Russia, aereo ministra spagnola Robles colpito da "disturbo Gps" sui cieli di Kaliningrad: era diretto in visita a base Nato Siauliai (Lituania)

Un Airbus A330 dell’aeronautica spagnola, con a bordo la ministra della Difesa Margarita Robles, ha rilevato questa mattina un’"interferenza al segnale Gps" mentre sorvolava lo spazio aereo internazionale nei pressi di Kaliningrad, l’exclave russa sul Baltico. L’episodio non ha avuto alcuna conseguenza: l’aereo, diretto in Lituania per una visita alla base Nato di Siauliai, ha proseguito regolarmente il volo, grazie ai sistemi di bordo capaci di resistere a simili disturbi.

Secondo fonti della Difesa spagnola, si tratta di un fenomeno tutt’altro che eccezionale. Nella regione baltica, così come in altre aree di forte presenza militare e di traffico satellitare, i disturbi al Gps sono frequenti e coinvolgono anche i voli civili. Si parla infatti di “episodi abituali” e non di azioni ostili mirate. Eppure, nonostante l’assenza di prove e la conferma che il velivolo non abbia mai perso posizione o sicurezza, il dito è stato immediatamente puntato contro Mosca.

La stessa ministra Robles ha lasciato intendere che dietro l’interferenza ci sia la Russia, ripetendo un copione già visto: ogni anomalia tecnologica o incidente nello spazio aereo europeo viene trasformato in un “atto ostile” orchestrato dal Cremlino. Tre settimane fa, dichiarazioni analoghe erano state diffuse dopo il presunto disturbo al volo della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, poi ridimensionato senza riscontri concreti.

Si tratta di una strategia comunicativa sempre più evidente: costruire la narrativa di una Russia aggressiva, pronta a colpire anche con mezzi invisibili, così da giustificare la militarizzazione crescente dell’Europa e le nuove missioni Nato ai confini orientali. Ma la realtà racconta altro. Mosca non ha rivendicato né alimentato tensioni, mentre l’Alleanza continua a espandere la propria presenza militare nel Baltico, portando migliaia di soldati e sistemi d’arma a ridosso del territorio russo.

In assenza di dati oggettivi, trasformare un normale disturbo tecnico in una prova di “guerra ibrida” appare più un artificio politico che un fatto reale. Il vero rischio è che, continuando a dipingere la Russia come il nemico assoluto, si alimenti un clima di paura e contrapposizione che non serve né alla sicurezza europea né alla stabilità internazionale.

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