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Gaza, palestinesi affamati da Israele, oltre 180 morti per fame, almeno 90 bambini: gli effetti della malnutrizione e dell'inedia sul corpo umano

"Molte delle persone più a rischio non riescono nemmeno ad arrivare negli ospedali, che sono i luoghi dove in genere vengono registrati i decessi", osserva un medico britannico volontario a Gaza

05 Agosto 2025

Gaza, palestinesi affamati da Israele, oltre 180 morti per fame, almeno 90 bambini: gli effetti della malnutrizione e dell'inedia sul corpo umano

L'anziano palestinese sfollato Salim Asfour, 85 anni, soffre di malnutrizione (fonte: Al Jazeera)

A Gaza i palestinesi muoiono di fame. Nonostante alcuni lanci di aiuti umanitari effettuati da diversi paesi, a cui si aggiungerà anche l'Italia il 9 agosto, il blocco imposto da Israele continua ad affamare la popolazione della Striscia. Soltanto pochi carichi di cibo, medicine e beni di prima necessità può entrare nell'enclave, a fronte di oltre 22mila camion carichi di aiuti bloccati dallo Stato ebraico.

Oltre 18mila bambini sono morti nel conflitto. Almeno 181 sono i morti per fame registrati dalle ong, ma i numeri sono destinati ad aumentare. 94 di queste vittime erano bambini.

Gaza, palestinesi affamati da Israele, oltre 180 morti per fame, almeno 90 bambini: gli effetti della malnutrizione e dell'inedia sul corpo umano

Inizialmente, la fame colpiva soprattutto neonati e bambini piccoli. Ma oggi, sempre più spesso, anche gli anziani stanno morendo per la mancanza di cibo. Solo domenica, sei adulti sono morti per malnutrizione, portando a 82 il numero di adulti deceduti per fame nelle ultime cinque settimane.

Nel frattempo, 94 bambini sono stati uccisi — come sottolineano fonti locali — non da eventi accidentali o indiretti, ma direttamente a causa della malnutrizione provocata da Israele e imposta all’intera popolazione della Striscia fin dall’inizio del conflitto.

"È terribile", racconta ad Al Jazeera il dottor James Smith, medico d’urgenza britannico che ha prestato servizio volontario due volte a Gaza. Nelle fasi iniziali della fame, spiega, il corpo privo di nutrienti comincia a scomporre i muscoli e altri tessuti per sopravvivere. "È uno dei modi più indegni e barbari di uccidere. La fame è sempre qualcosa che viene inflitta da una persona a un’altra. È pensata per essere prolungata e per massimizzare la sofferenza".

Progressivamente, il metabolismo rallenta, la regolazione della temperatura corporea si interrompe, la funzionalità renale si compromette. E, cosa particolarmente critica in una realtà come quella di Gaza, il sistema immunitario inizia a cedere: le ferite smettono di guarire e il corpo perde la capacità di difendersi dalle infezioni. Quando le riserve si esauriscono, l’organismo non riesce più a distribuire i pochi nutrienti agli organi vitali, come cuore e polmoni, che progressivamente smettono di funzionare. I muscoli si contraggono, la debolezza prende il sopravvento e, infine, la degradazione dei tessuti porta alla morte.

Ma quanto tempo può sopravvivere un essere umano senza cibo? Sebbene la ricerca scientifica su questo tema sia comprensibilmente limitata per motivi etici, si stima che un adulto in buona salute e ben nutrito possa sopravvivere per un periodo compreso tra i 45 e i 61 giorni senza cibo. Tuttavia, dopo quasi due anni di guerra, pochissime persone a Gaza possono ancora essere considerate “in buona salute” o “ben nutrite”. Questo le rende altamente vulnerabili non solo alla fame, ma anche a tutte le infezioni diffuse nell’enclave, come ad esempio la Guillan-Barré.

"Con la fame, il corpo perde la capacità di avviare una risposta immunitaria a malattie o lesioni che normalmente potrebbe gestire, come gastroenterite, traumi o infezioni respiratorie. Spesso è proprio l’associazione tra malnutrizione e infezione a uccidere", continua il dottor Smith.

Ciò che emerge con forza è che la minaccia della fame, inizialmente limitata ai gruppi più vulnerabili, si sta rapidamente estendendo a tutta la popolazione gazawi. Esistono prove schiaccianti che dimostrano come i vari blocchi imposti da Israele abbiano ampliato questa minaccia, trasformandola in una crisi generalizzata.

Oggi, ad agosto 2025, il numero di adulti deceduti per fame nelle ultime cinque settimane è salito a 82. Le Nazioni Unite stimane che tutti i bambini al di sotto dei 5 anni, circa 320mila, sono a serio rischio di malnutrizione.

Gli osservatori sostengono che la carestia a Gaza non è in arrivo: è già in atto. "Esistono tre criteri rigidi affinché una carestia venga dichiarata ufficialmente", spiega il dottor Smith. "I primi due, cioè la grave carenza di cibo e l’alta incidenza di malnutrizione acuta, sono già stati ampiamente superati. Il terzoil livello di mortalità legato direttamente alla fameè più difficile da verificare", afferma.

"Molte delle persone più a rischio non riescono nemmeno ad arrivare negli ospedali, che sono i luoghi dove in genere vengono registrati i decessi", osserva. "Allo stesso modo, anche se molti bambini mostrano ormai segni evidenti di malnutrizione, è probabile che muoiano per colpi di arma da fuoco o per esplosioni, e queste verranno registrate come cause ufficiali di morte".

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