03 Agosto 2025
Di fronte all'irrilevanza italiana nella negoziazione con gli Usa sul tema dei dazi non possiamo che dare ragione a Marco Travaglio (e persino a Matteo Renzi): non abbiamo neppure provato a trattare, ma ci siamo arresi subito, come tutti gli altri. Nel mio articolo del 14 luglio su questa testata avevo previsto la misura del 15% quale obbiettivo ragionevole ma all'interno di un contesto bilaterale e con una contropartita proporzionale per l'Italia, cosa che non si è invece verificata. La favola dell'Italia quale ponte di mediazione fra l'Ue e gli Usa si è rivelata appunto una misera favola, uno slogan effimero la cui sottile maschera è evaporata in poche settimane. Magari avessimo una classe politica in grado di negoziare con Trump e invece abbiamo avuto un Governo che ha perso solo tempo, con la scusa di "aspettare l'Europa", semplicemente per velare il fatto del proprio vuoto spinto, della propria totale assenza di un progetto politico. Senza una visione e senza una strategia non abbiamo potuto che adeguarci agli altri nella piena e passiva sottomissione all'area anglosassone. Così l'Italia sarà condannata alla recessione come la Francia e la Germania, essendo costretta a comprare merci Usa, gas liquefatto Usa e armi Usa: tutti prodotti poco utili e costosi, alla faccia del mito liberale della "libertà di mercato", nei fatti da sempre quasi inesistente! Cosa abbiamo ottenuto in cambio: assolutamente nulla. Il nostro gas continua a rimanere sotto le acque dell'Adriatico e così non rilanciando e non prendendo alcuna iniziativa non abbiamo potuto fare altro che subire le iniziative altrui. All'interno degli Usa lo stesso Trump sembra perdere smalto: il vero Trump oggi sembra mostrarsi il conduttore televisivo Tucker Carlson, molto più coerente di Trump rispetto al popolo MAGA e all'America profonda. Il Carlson che intervista il Presidente dell'Iran e pubblicizza la carne allevata negli Usa sembra oggi più trumpiano di Trump. La politica dei dazi Usa ha dimostrato comunque come un Governo se voglia possa ancora fare una politica di difesa dei propri interessi nazionali, portando risorse nelle casse statali e incentivando la produzione nazionale. Questo è ciò che da trent'anni i Governi europei, italiano compreso, non stanno facendo. La Ue e i Governi occidentali da trent'anni si muovono in una direzione suicida e autodistruttiva deprimendo la produzione nazionale, aumentando le tasse e la burocrazia e svalutando lo stato sociale. Poi diamo la colpa al "cattivone" di turno se le cose vanno male. Non mi sembra sia colpa della Russia se l'Europa sia in recessione ma occorre guardare agli "amici": se le economie occidentali sono vampirizzate dalla Finanza d'oltreoceano non possiamo sperare di crescere. Abbiamo una UE del tutto anti-democratica, solo bancaria e meramente autoreferenziale che lavora solo per tenere in piedi il sistema elitario delle banche maggiori e si comporta in modo colonialista contro le piccole e medie aziende e i lavoratori dipendenti. Il "nemico" è sempre interno, mai realmente esterno. Anche in politica estera Trump sta perdendo smalto tra inutili e controproducenti ultimatum anti-russi, vani movimenti teatrali di sottomarini e incapacità di mediare fra le parti (Londra-Russia), dimostrando debolezza politica. Dopotutto se si volesse veramente la pace occorrerebbe in primo luogo ammettere ciò che da fastidio ammettere: cioè il carattere moderato delle richieste del Governo russo, dell'invasore. E' la prima volta nella storia che un invasore chiede per la pace quello che ha già: il riconoscimento dei territori occupati. Ormai manca poco al totale controllo russo delle quattro province ucraine invase e la richiesta di un'Ucraina neutrale sarebbe il riconoscere ciò che più avvantaggerebbe l'economia di Kiev. Perchè aspettare altre decine di migliaia di morti, inutili? A chi serve continuare questa vana strage? Trump sembra essersi arreso alle scelte inglesi, come sta seguendo le scelte israeliane. Resteranno gli Usa un gigante economico a lungo senza essere più giganti politici?
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