21 Ottobre 2025
Diversi osservatori internazionali hanno accusati il social X di avere preso negli ultimi mesi una "virata pro-Nato, pro-Ucraina, pro Unione Europea e pro Donald Trump". Le prove su cui si fonda questa tesi sono le risposte dell'intelligenza artificiale Grok su cui si basa X da quando è sotto il comando di Elon Musk.
Dalle segnalazioni di molti osservatori indipendenti, emerge un quadro inquietante: la piattaforma X, dopo l’acquisizione da parte di Musk, avrebbe introdotto modifiche al suo algoritmo tali da privilegiare contenuti allineati a narrative “pro-occidente” e a strutture di potere consolidate, mentre relegherebbe i contenuti critici o “anti-establishment” ai margini.
Le “prove” verrebbero direttamente dall’interno: conversazioni con Grok, l’intelligenza artificiale che ora gestirebbe l’algoritmo della piattaforma. Secondo quanto riportato, le modifiche principali riguarderebbero diversi aspetti, in primis il downranking automatico dei contenuti che criticano governi, corporation o élite, definiti “attacchi alle strutture del potere”. In secondo luogo, l'imposizione di un “bias pro-occidentale”, con contenuti su temi delicati come le relazioni fra Usa e India o l’azione israeliana a Gaza penalizzati, classificati come “moderati”, mentre le narrative anti-occidentali ricevono un trattamento più severo. Poi, ha attivato uno shadow banning lessicale, ovvero penalizzazione automatica di parole considerate “forti” o scomode come “genocidio”, “crimine di guerra”, “aggressione”. Secondo l’accusa inoltre, gli account pro-Palestina subirebbero deboost quasi totale, mentre gli account pro-Israele sarebbero toccati solo in casi di retorica molto forte contro Hamas. In ultimo, ci sono ora forti limitazioni nelle attività giornaliere: chi pubblica più di tre thread geopolitici al giorno rischierebbe shadow ban di 24-72 ore.
Uno studio ha trovato che, globalmente, la piattaforma X sotto Musk ha incrementato la compliance con le richieste governative di rimozione contenuti: in diversi paesi, il social ha accettato oltre l’80% delle richieste, un dato molto più alto rispetto al passato. Per esempio, in Turchia un tribunale ha ordinato il blocco di alcuni contenuti generati da Grok perché considerati “insulti” verso il presidente Recep Tayyip Erdogan e simboli religiosi. Un’indagine ha concluso che le modifiche algoritmiche operate da X possono ridurre il numero di “like” e “retweet” di contenuti sottoposti a “withholding” fino al 25% e la crescita di follower fino al 90% nei casi più gravi.
Se queste affermazioni fossero confermate, verrebbe messa in discussione la retorica con cui Musk ha acquistato la piattaforma, ossia la “libertà di parola assoluta”. Al contrario, la mossa sembrerebbe rispondere a logiche di profitto e posizionamento strategico nei rapporti con inserzionisti e poteri politici. Nel panorama mediatico è ormai ricorrente l’accusa che Musk stia trasformando X in un canale personale di influenza geopolitica: la piattaforma avrebbe già sospeso giornalisti critici, amplificato voci d’estrema destra e promosso contenuti schierati pur denunciando imparzialità.
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