20 Ottobre 2025
Una nuova piattaforma basata sull'intelligenza artificiale, Gideon, è stata creata da ex agenti israeliani dell'Idf, Aaron Cohen in pole position, in comunione con alcuni ex ingegneri sionisti di Palantir Technologies. Il risultato è un tool che sarà in grado di eseguire una sorveglianza di massa in tutto il web, 24 ore su 24, con la finalità di "prevedere ed eliminare contenuti contro Israele e gli ebrei".
Il nome evoca un eroe biblico, ma il progetto è tutt’altro che mitologico. Gideon è il nuovo sistema di “prevenzione del crimine” basato su intelligenza artificiale, sviluppato da Aaron Cohen, ex membro delle forze speciali israeliane, insieme a un gruppo di ex ingegneri di Palantir Technologies, la società di analisi dei dati fondata da Peter Thiel e usata per la sorveglianza globale post-11 settembre, ma in particolare, negli ultimi tempi, contro coloro che sostengono la causa palestinese.
Cohen lo descrive come una piattaforma capace di “scandagliare il web 24 ore su 24, 7 giorni su 7”, alla ricerca di segnali di radicalizzazione, piani di attacco, linguaggi sospetti o “preparativi tattici” online. Gideon, dice, “non dorme mai” e utilizza una “ontologia di livello israeliano” — un sistema semantico addestrato per riconoscere linguaggi e schemi comportamentali legati a minacce terroristiche o violente. Un tool in cui chiunque lasci tracce sul web della propria vicinanza alla causa palestinese, potrebbe essere censurato senza mai commettere atti anti-semiti.
L’obiettivo dichiarato è quello di prevedere il pericolo prima che accada. Gideon, secondo Cohen, “non è un sistema di spionaggio, ma uno strumento di protezione nazionale”. Tuttavia, i critici vedono in esso una nuova frontiera della sorveglianza preventiva, capace di spingersi oltre ogni limite etico e legale.
Cohen ha definito Gideon “un Palantir per la patria”, un sistema in grado di raccogliere e incrociare enormi quantità di dati digitali, che poi vengono inviati in tempo reale alle forze dell’ordine locali. Secondo quanto dichiarato nei media statunitensi, alcune agenzie di polizia hanno già aderito a progetti pilota, mentre Cohen spinge per ottenere un riconoscimento federale e fondi pubblici.
Non è un caso che Palantir Gotham, la piattaforma da cui Gideon trae ispirazione, sia già ampiamente usata da forze di sicurezza in decine di città americane ed europee: incrocia dati di sorveglianza, social media, registri pubblici, e persino fonti finanziarie per costruire profili di “persone d’interesse”.
Il rischio evidente è che Gideon, come Gotham, diventi uno strumento di controllo di massa, in cui l’algoritmo decide chi è sospetto — prima ancora che compia un crimine. Il confine tra sicurezza e repressione si assottiglia, mentre cresce la possibilità di errori, abusi e discriminazioni algoritmiche.
La promessa di un’“AI che previene il male” si intreccia così con la più antica delle paure: quella di essere osservati sempre, ovunque, da un potere invisibile e impersonale.
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