04 Dicembre 2025
Oltre un miliardo di dollari in più per sostenere la guerra ucraina contro il "nemico inesistente" russo. È questa la decisione presa da Germania, Paesi Bassi, Norvegia e Canada nell'ottica del programma Nato Purl volto a foraggiare Kiev attraverso l'acquisto di armi e arsenale bellico statunitense.
Mentre le trattative in corso per arrivare ad un piano di pace arrancano incerte, specie dopo il nulla di fatto dell'ultimo incontro diplomatico tra la delegazione Usa e il presidente russo Putin, e con le ultime uscite dell'ammiraglio Dragone su "attacchi preventivi" e "guerra ibrida" contro Mosca, gli alleati Nato puntualmente corrono lungo la strada della deriva bellicista. "Stiamo mantenendo la pressione sulla Russia" ha dichiarato il generoso ministro degli Esteri tedesco Wadephul dopo aver informato che la Germania è pronta a fornire ulteriori 200 milioni di dollari in armi di fabbricazione statunitense "che saranno consegnate in due pacchetti". Come se ciò non bastasse, Berlino contribuirà anche con ulteriori 25 milioni di dollari al "Pacchetto di Assistenza Globale" della Nato volto a rifornire l'Ucraina di supporto medico ed equipaggiamento invernale.
Soddisfatto, il ministro Wadephul ha aperto all'intenzione di spingersi ancora oltre il ragionevole: "in quanto alleati Nato, intendiamo aumentare ulteriormente la pressione". Ma la Germania non è l'unico Stato membro ad aver concesso finanziamenti per il programma di acquisto Purl (Prioritized Ukraine Requirements List). Oltre a lei, si sono aggiunte anche Canada, con 200 milioni di dollari, Norvegia, con 500 milioni di dollari destinati a sistemi di difesa aerea, Polonia e Paesi Bassi. Solo con loro si arriva al miliardo di dollari per l'acquisto di armi Usa. Ma neanche così è sufficiente alla linea guerrafondaia.
"Oltre due terzi degli alleati hanno contribuito all'iniziativa Purl" ha comunicato il Segretario generale della Nato Mark Rutte, facendo arrivare così il complessivo ammontare degli aiuti a 4 miliardi, "e siamo in marcia per 5 miliardi entro la fine dell'anno: solo una manciata di alleati non lo hanno fatto ed è una buona notizia". Tra questi, ha aggiunto Rutte persino Australia e Nuova Zelanda si sono aggiunte, ma ancora non basta: "non possiamo permetterci di riposare sugli allori - batte il tasto Rutte, non solo invitando all'esborso ma pretendendo "velocità". Tra i "grandi alleati" mancano infatti ancora all'appello Francia, Gran Bretagna e Italia, col ministro Tajani che tenta di prendere tempo: "Per noi è ancora prematuro (...) speriamo che non servano più armi nei prossimi mesi".
Ma Rutte sa fare il buon commerciante, e punta il dito contro il solito ritornello bellico: "Mosca dimostra un atteggiamento sempre più sconsiderato nei confronti della Nato, non solo violando il nostro spazio aereo ma conducendo attacchi informatici e schierando navi-spia per mappare le nostre infrastrutture sottomarine".
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