04 Dicembre 2025
Fonte: Idf
Il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir e quello della Difesa Israel Katz hanno accordato la concessione di circa 10 mila licenze per i coloni israeliani in Cisgiordania, che permettono loro di comprare armi senza particolari garanzie. Secondo il governo dello Stato Ebraico, questa misura servirebbe a "tenere sotto controllo il territorio", ma in realtà è solamente l'ennesimo passo per militarizzare l'area e continuare le violenze sui palestinesi.
Il governo israeliano ha autorizzato l’emissione di permessi d’arma per circa 10 mila ulteriori coloni nella Cisgiordania occupata, rafforzando drasticamente la presenza armata nei territori. La decisione, approvata dal ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir e dal ministro della Difesa Israel Katz, segue la distribuzione di oltre 230 mila licenze d’arma ai coloni a partire dal 2023.
Questo provvedimento arriva in un contesto in cui più di 800 mila coloni israeliani vivono in Cisgiordania, in comunità considerate illegali dal diritto internazionale. Secondo organizzazioni per i diritti umani, la sistematica distribuzione di armi rischia di trasformare i coloni in strutture paramilitari di fatto, operando con la protezione dello Stato e intensificando gli attacchi contro comunità palestinesi, proprietà agricole e abitazioni.
Il ministero della Sicurezza nazionale, guidato da Ben Gvir, sostiene che il programma di armamento mira a dare ai cittadini "la capacità di difendere se stessi e le loro comunità", in un contesto segnato da attacchi e tensioni crescenti. Tuttavia, critici e monitor internazionali avvertono che questa politica rischia di delegittimare ulteriormente la protezione dei civili palestinesi e di accelerare la militarizzazione della colonizzazione israeliana.
Gli analisti sottolineano che la militarizzazione delle formazioni colone rischia di trasformare la Cisgiordania in un nuovo “fronte” del genocidio, parallelamente a quello di Gaza. Gruppi armati di coloni, coordinati con le forze israeliane in alcune operazioni, stanno aumentando nelle modalità d’intervento e frequenza delle aggressioni.
La mossa si inserisce in una più ampia strategia di espansione degli insediamenti nella Cisgiordania nonostante le condanne internazionali. I permessi d’arma sono uno degli strumenti con cui lo Stato israeliano sta ridefinendo il rapporto tra sicurezza, insediamenti e controllo del territorio. Le implicazioni per la prospettiva di una soluzione a due Stati e la tutela dei diritti umani risultano così ancora più complesse.
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