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Idf verso costruzione di "barriera" di 22km in valle del Giordano per separare i palestinesi dalle loro terre: "Demoliti case, pozzi e aree agricole"

Presentata ufficialmente come una nuova strada volta a "facilitare lo spostamento delle truppe" e a "proteggere i coloni israeliani", si tratta in realtà di una barriera di separazione per espropriare e allontanare i residenti palestinesi dalle loro terre favorendo l'espansione del "Great Israel"

03 Dicembre 2025

Idf verso costruzione di "barriera" di 22km in valle del Giordano per separare i palestinesi dalle loro terre: "Demoliti case, pozzi e aree agricole"

(fonte: Haaretz)

22 chilometri in lunghezza50 metri in larghezza per costruire una "strada asfaltata" per farvi transitare i soldati delle Idf, affiancata da terrapienitrincee e quella che un documento ufficiale israeliano chiama "barriera naturale" e che altro non è che una recinzione militare voluta dal Ministero della Difesa.

Idf verso costruzione di "barriera" di 22km in valle del Giordano per separare i palestinesi dalle loro terre: "Demoliti case, pozzi e aree agricole"

È questo il nuovo, folle progetto voluto da Israele e ormai già in piena fase operativa: la costruzione di quella che sarà a tutti gli effetti una nuova barriera di separazione costruita a 12 chilometri ad ovest dal confine con la Giordania, scavata nel cuore della Valle del Giordano con l'obiettivo di occupare nuovi territori palestinesi separando i residenti dell'area da tutto ciò che li circonda: in primis la terra. Dopo le ultime dichiarazioni rilasciate ieri dal primo ministro israeliano Netanyahu sulla costruzione di un'area "cuscinetto" smilitarizzata tra il confine e Damasco - nuova strategia per espandere ulteriormente il controllo su zone territoriali non sue -, ora si apprende che l'Idf sarebbe già nelle fasi avanzate di costruzione di una barriera che si estenderà da Tayasir fino alla meridionale 'Ein Shibli e che è stata descritta come parte di un più esteso progetto militare chiamato "Filo Cremisi" (Hut HaShani).

La costruzione di questo nuovo segmento israeliano in terra palestinese prevede la sistematica demolizione di casefieniliunità di stoccaggiosistemi idricipozziaree agricole; tutto ciò insomma che i terroristi israeliani avrebbero bollato come "vulnerabilità operativa". Secondo documenti visionati inoltre, il muro divisorio prevede di circondare un villaggio situato all'altezza di Khirbet Yarza, un'area dove 70 persone vivono di pastorizia. Ufficialmente, il Comando Centrale dell'Idf parla di "strada asfaltata" destinata - in quanto "spazio di sicurezza" - a "proteggere i coloni israeliani" e a "prevenire il contrabbando di armi".

E per fare ciò, ancora una volta l'Idf ha provveduto ad abbattere le infrastrutture vicine perché considerate "pericolose", luoghi di possibili "attività ostili", sicché "la loro rimozione costituisce una chiara necessità di sicurezza operativa". È evidente come le azioni operative israeliane stiano attuando, ancora una volta, il sistematico isolamento delle comunità palestinesi, con privazione della libertà di movimento e sottrazione delle loro stesse terre. Questa mossa si aggiunge a molte altre restrizioni già esistenti contro di loro e, secondo l'organizzazione Kerem Navot, il nuovo progetto non farà che aumentare la frattura tra agricoltori e pastori palestinesi e aree delle vicini Tammun, Tubas, Tayasir e Aqaba. Non solo: agli stessi residenti non sarebbe stato dato il tempo sufficiente per fare reclami: solo sette giorni, di cui "due erano venerdì e sabato - riferisce un residente -, e i successivi quattro erano di coprifuoco".

Si tratta dell'ennesimo piano progettato da Israele per espropriare illegalmente i palestinesi dalla loro proprietà privata, procedendo col piano di lenta e silenziosa annessione ed espansione di Israele attraverso la rimozione forzata di tutte le comunità palestinesi della Valle del Giordano.

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