25 Luglio 2025
Trump-Epstein Fonte: Getty
Mark Epstein, fratello del finanziere morto in carcere nel 2019, ha rivelato: “Jeffrey sapeva cose compromettenti su Trump”. Parole che gettano nuove ombre sul presidente americano, già citato più volte nei documenti riservati dell’indagine. Intanto, Ghislaine Maxwell, già condannata a 20 anni, è stata nuovamente ascoltata dalla giustizia statunitense. E il Congresso ora accelera per ottenere l’intera documentazione.
Un’intervista esclusiva concessa al Guardian da Mark Epstein, fratello di Jeffrey, rilancia un caso che da anni scuote i vertici della politica americana. “Anni fa ha detto di avere materiale”, afferma Mark, riferendosi a una confidenza ricevuta dal fratello. “Non so cosa fosse”, aggiunge, lasciando aperti interrogativi pesanti sul contenuto di quelle presunte informazioni. Secondo la sua versione, Jeffrey Epstein avrebbe detenuto elementi compromettenti riguardanti Donald Trump, senza mai renderli noti né al fratello né, finora, all’opinione pubblica.
Il tempismo di queste rivelazioni non è casuale. Negli Stati Uniti, il Dipartimento di Giustizia ha riaperto una serie di colloqui con Ghislaine Maxwell, già condannata per traffico sessuale di minorenni, nel tentativo di far luce su eventuali documenti e testimonianze finora non emersi. L’incontro più recente si è tenuto a Tallahassee con il vice attorney general Todd Blanche. “È stato un colloquio produttivo”, ha dichiarato l’avvocato della Maxwell, David Oscar Markus, all’uscita dal tribunale federale, sottolineando la disponibilità della sua assistita a collaborare. “Ha fatto molte domande e la signora Maxwell ha risposto a tutto”.
Sul fronte politico, l’attenzione resta altissima. La Commissione di sorveglianza del Congresso ha approvato all’unanimità una citazione formale (subpoena) per ottenere l’accesso completo ai file riservati del caso Epstein. Ghislaine Maxwell è stata convocata a testimoniare in aula il prossimo 11 agosto. Tra i testimoni attesi ci sono anche ex attorney general sia repubblicani che democratici, in un’inedita alleanza bipartisan che punta a chiarire se ci siano state coperture ai massimi livelli.
Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, l’ex attorney general Pam Bondi avrebbe informato Trump, già nel maggio scorso, che il suo nome figurava più volte nei documenti secretati. L’amministrazione ha scelto di non divulgarli, ufficialmente per proteggere la privacy delle vittime e la sicurezza delle fonti. Tuttavia, le speculazioni non si sono placate e il malumore cresce anche tra i sostenitori del tycoon, che durante la campagna elettorale aveva promesso trasparenza totale.
Trump, dal canto suo, respinge ogni accusa. Le ha bollate come “fake news” e ha ricordato di aver allontanato Epstein da Mar-a-Lago “molti anni fa”. Ha inoltre annunciato una causa per diffamazione da 10 miliardi di dollari contro il Wall Street Journal, accusato di aver pubblicato affermazioni “false e tendenziose”.
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