Martedì, 23 Settembre 2025

Seguici su

"La libertà innanzi tutto e sopra tutto"
Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Attacco Israele a Iran, ex agente Mossad Sima Shine al GdI: “È una guerra pensata da anni, centrale nucleare Natanz il primo target, il prossimo Isfahan”

L’ex funzionaria del Mossad ed ex direttrice del programma di ricerca "Iran e l'asse sciita" presso l'INSS, Sima Shine, ha rivelato al Giornale d’Italia che quella contro l’Iran è “una guerra progettata da tempo”

13 Giugno 2025

Attacco Israele a Iran, ex agente Mossad Sima Shine al GdI: “È una guerra pensata da anni, centrale nucleare Natanz il primo target, il prossimo Isfahan”

Attacco Israele a Iran, ex agente Mossad Sima Shine al GdI: “È una guerra pensata da anni, centrale nucleare Natanz il primo target, il prossimo Isfahan”

Questa notte oltre 200 aerei dell'Idf hanno bombardato diversi siti nucleari e militari iraniani, causando almeno 6 morti e 50 feriti e distruggendo infrastrutture importanti per il programma nucleare di Teheran. Ad essere colpito è stato in particolare il centro di arricchimento dell'Uranio di Natanz, il cuore del programma nucleare iraniano. Oltre a Natanz e Teheran, sono finite sotto attacco la città di Tabriz, nel nord ovest e sede di importanti raffinerie. Dopo l’attacco di Israele all’Iran, l’ex agente del Mossad ed ex direttrice israeliana del programma di ricercaIran e l’asse sciita”, Sima Shine, è stata intervistata dal Giornale d’Italia in merito all'attacco di Israele alle centrali nucleari in Iran. Per Shine si tratta di "una guerra pensata da anni. Il primo target è stato Natanz, il prossimo, più complicato sarà Isfahan".

Ex agente Mossad Sima Shine al GdI: “È una guerra pensata da anni, centrale nucleare Natanz il primo target, il prossimo Isfahan”

Prima di rispondere alla domanda del Giornale d'Italia, Sima Shine ha parlato delle motivazioni dell'attacco di Israele ai danni dell'Iran: "Israele si è preparata per anni e anni. Non è qualcosa che richiede settimane o mesi. Gli eventi che hanno portato Israele a ciò che è stato formalmente annunciato sono iniziati quando Israele ha compreso che l’Iran non era serio nei negoziati con gli americani. In realtà, la valutazione israeliana era che l’Iran stesse semplicemente guadagnando tempo".

Poi continua: "In secondo luogo, Israele non ha bisogno del rapporto dell’AIEA per capire che l’Iran ha accumulato grandi quantità di uranio arricchito al 60% e al 20%, e in quantità tali da poter essere convertite in una bomba in tempi brevi. La prima informazione emersa dal governo israeliano è stata che c’erano segnali che l’Iran avesse avviato attività nel proprio programma di armamento nucleare. Un altro aspetto importante riguarda l’intelligence condivisa tra Israele e Stati Uniti. Negli Stati Uniti si stava diffondendo la convinzione che l’Iran si stesse allontanando dalle richieste americane e che la possibilità di accogliere tali richieste per una riduzione del programma nucleare fosse pari a zero. Dall’altra parte, la richiesta dell’Iran, già avanzata nel 2015, era che venisse riconosciuta la legittimità del proprio programma. Questa è sempre stata la linea fondamentale dell’Iran, sia dieci anni fa sia oggi".

Infine, conclude: "Tutti questi sviluppi, combinati con gli ultimi venti mesi di guerra, hanno contribuito a indebolire la deterrenza che un tempo proveniva dai proxy iraniani, in particolare da Hezbollah. A ciò si aggiungono le lezioni apprese dai due attacchi dell’Iran contro Israele e dalla conseguente risposta israeliana. Tutti questi elementi, insieme, ci hanno portato – ieri, o meglio oggi alle due del mattino – alla situazione in cui ci troviamo ora".

L'ex agente del Mossad risponde poi alla domanda del Giornale d'Italia: "Come ha detto, questo piano, quello di attaccare i siti nucleari dell'Iran, risale ad anni fa. Quindi, se volevate distruggere tutti i siti nucleari dell'Iran, perché avete scelto di attaccare solo la centrale nucleare di Natanz e non anche quelle di Busherh e Isfahan per porre fine al programma nucleare iraniano il prima possibile? Volevate davvero una guerra?"

Innanzitutto, Busherh non è mai stato un obiettivo dal punto di vista di Israele. Busherh è un reattore operativo, serve per l'energia. Non sta proliferando in alcun modo, e dal nostro punto di vista non è mai stato un obiettivo da attaccare. Non l'abbiamo mai preso in considerazione. Abbiamo attaccato Natanz perché è il più grande sito nucleare, un enorme impianto per l'arricchimento. Una piccola parte si trova in superficie, ed è il più grande in Iran. L'impianto avrebbe avuto 52 mila centrifughe (una enorme) e molto vicino a questo luogo c'è un nuovo sito che l'Iran stava costruendo da alcuni anni. Avevano detto che sarebbe stato per lo stoccaggio, ma ora, dopo il rapporto dell'AIEA, una delle due misure che hanno adottato, come ritorsione al rapporto, è stata quella di affermare che questo sito era stato creato per l'arricchimento, come pensavamo noi da lungo tempo, ma l'Iran non ha mai voluto dirlo. Questa è stata una buona ragione per attaccare Natanz e speriamo che l'attacco abbia avuto abbastanza successo da impedire alla centrale di arricchire l’uranio. Certo, ci sono altri siti nucleari e Isfahan è uno di questi, ma è un sito sotterraneo difficile. Presumo che sarà il prossimo obiettivo. Come hanno detto tutti in Israele, anche il Primo Ministro Netanyahu, questa non è un'operazione di un giorno, è una guerra pensata da tanto tempo e lo sarà a lungo”.

Chi è Sima Shine

Sima Shine è ricercatrice senior ed ex direttrice del programma di ricerca "Iran e l'asse sciita" presso l'Istituto per gli studi sulla sicurezza nazionale (INSS).

Per la maggior parte della sua carriera, la signora Shine ha servito nella comunità di intelligence israeliana. Il suo ultimo incarico è stato come capo della divisione di ricerca e valutazione del Mossad (2003-2007).  In questa veste, è stata responsabile della produzione di valutazioni quotidiane e periodiche su questioni mediorientali e internazionali, ha condotto dialoghi sulla sicurezza e l'intelligence con varie controparti nella comunità internazionale, e ha partecipato ad attività politiche e a riunioni militari con i responsabili delle decisioni.

Dopo il suo ritiro dal Mossad, Shine ha servito come vice capo degli affari strategici nel Consiglio di sicurezza nazionale di Israele (2008-2009) e poi (2009-2016) ha servito nel Ministero degli affari strategici, dove era responsabile del file iraniano, per il quale, tra l'altro, è stata vicedirettrice generale.

Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.

Commenti Scrivi e lascia un commento

Condividi le tue opinioni su Il Giornale d'Italia

Caratteri rimanenti: 400

Articoli Recenti

x