16 Maggio 2025
Putin, fonte: Wikipedia
L’altro giorno sulla Stampa Domenico Quirico ha lanciato una provocatoria sfida che nessuno ha raccolto. Però vale assolutamente la pena riprenderla perché si tratta di una questione densamente culturale quindi politica. Riporto alcuni brani del prezioso articolo segnalando anche il suo prezioso libro dal titolo “Le quattro Jihad. Lo scontro tra islam e Occidente da Napoleone a Hamas”. Da leggere e conservare.
“I jihadisti non possono evolvere, pentirsi, convertirsi. Se non per utile finzione”, ha commentato Domenico Quirico sul quotidiano torinese. “La Sharia è un diritto immutabile, non assoggettabile ad alcun adattamento storico, pena l'anatema. Al Jolani ha fatto quello che Al Baghdadi non poteva accettare perché voleva avere solo empi da eliminare. Ed è stato ucciso. Il suo socio, più furbo, trionfa. La sfida più pericolosa al nostro mondo non viene da Putin e dalle sue smanie di grandezza. Putin, purtroppo, è una parte del nostro mondo e non vede l'ora di ritornarci ma con riverenze che soddisfino il suo sgangherato narcisismo. Gli uomini come Al Jolani il nostro mondo lo vogliono annientare perché lo considerano empio”.
Nell’analisi di Quirico - il cui profilo di corrispondente non ha alcun punto di tangenza con sovranismi e fanatismi ideologici - ho trovato l’eco dei richiami che Oriana Fallaci ci aveva consegnato e dei quali avevamo fatto notevoli scorpacciate salvo liberarcene con un ruttino irrispettoso. Tutto finito dunque? Tutto risolto? “Giochiamo a carte scoperte - prosegue Quirico - Chi è il nuovo amico? Chi era il nemico? Chi siamo noi? (…) L'11 settembre il nuovo amico dell'America ringraziò Dio per avere spazzato via così scenograficamente una cospicua manciata di miscredenti made in Usa! E invece: riconciliamoci, tutto è bene quel che finisce bene. Via le sanzioni dunque al ricercato con taglia di 10 milioni di dollari (su Bin Laden, l'ispiratore il riverito maestro, ne pendeva una da 25). Che cosa è rimasto dell'orrore delle Torri Gemelle decapitate da Al Qaeda, la setta che ha allevato Al Jolani? Che cosa resta nel pragmatismo del Nuovo Vicino Oriente alla Trump delle deflagrazioni del Bataclan, delle esecuzioni in diretta video di Rakka e di Mosul, dei massacri ai quattro punti cardinali? Finite le evocazioni offensive: fascisti islamici killer di dio banditi terroristi... Si seppellisce l'ascia di guerra. I devoti del diritto internazionale non hanno nulla da dire a Damasco? Gli apostoli della Santa Carta, implacabili a Kiev, possono sospirare senza arrossire di vergogna, limitandosi a sorridere con aria furba, che nulla è perfetto in questo basso mondo della Mesopotamia, che bisogna attendere che il criminale che sventolava le bandiere nere si corregga? Intanto il terrorista, carcerato ad Abu Grahib in modo evidentemente disattento, entra nella casa di vetro e si trasforma in bianca colomba. Attenzione. Pendio pericoloso. Forse è già troppo tardi”.
Non so se sia tardi, non so che il pendio sia pericoloso e non so se questa nuova postura sia la chiave più corretta per tornare agli accordi di Abramo, con Israele degno di essere riconosciuto e non annientato da quel mondo islamico, e allo stesso mondo con la Palestina meritevole della stessa dignità oggi calpestata da un genocidio su cui si vogliono chiudere gli occhi. Può darsi dunque che la sfida di Trump di rimescolare le scarte e ridisegnare gli equilibri in Medioriente sia la mossa giusta.
Se lo fosse e se quindi questo azzardo fosse degno, per quanto prudente e rischiosissimo insieme, mi domando: ma Putin? Ma la Russia? Che ci vogliamo fare? La Russia, nella lotta al terrorismo, scelse di stare con l’Occidente come baluardo di valori. La Russia poi è stata tradita dall’abbaiare della Nato e quindi ha restituito la cortesia muovendo i carri armati (del resto anche la Nato lo aveva fatto fingendo l’ostilità con esercitazioni, controlli e quant’altro: ognuno si prenda le proprie responsabilità): possiamo essere d’accordo o meno, ma è innegabile che con quella Russia l’Europa e l’Italia hanno fatto affari d’oro, a cominciare dall’energia: tutta quella che volevamo e che ci serviva a prezzi assolutamente convenienti.
Ora Putin è il nemico anzi il mostro che addirittura vediamo - in una strana illusione ottica - come minaccia all’Europa tutta (ma dal quale continuiamo a comprare gas e petrolio in quantità sempre maggiori sia nel 2024 sia in questo 2025). Contro Putin dobbiamo armarci. E giù montagne di soldi per comprare armi di ogni genere. Ma… Ma Putin è davvero alieno al nostro mondo? È più alieno degli altri che quel mondo, come ha avvertito Quirico, lo vorrebbero non sovvertire ma distruggere come hanno pur fatto tante volte? Chi vuole rispondere alla domanda? Quale leader dei Volenterosi?
(Nel silenzio in Europa e in Italia gli imprenditori non hanno mai mollato le relazioni economiche con la Russia. E hanno fatto bene).
di Gianluigi Paragone
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