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Gaza, Josep Borrell contro Ue e Israele: “In corso la più grande pulizia etnica dalla Seconda Guerra Mondiale, Europa complice se non interviene”

L’Alto rappresentante Ue Josep Borrell denuncia l’immobilismo europeo di fronte a quella che definisce “la più grande pulizia etnica dalla II Guerra Mondiale”

24 Aprile 2025

Josep Borrell

L'Alto rappresentante dell'Unione Europea per gli Affari Esteri, Josep Borrell, ha rilasciato dichiarazioni durissime sulla situazione nella Striscia di Gaza, denunciando apertamente “l'inazione dell'Ue” e le violazioni del diritto internazionale da parte del governo israeliano. Un grido d’allarme che suona come un atto d’accusa contro la “complicità silenziosa dell’Occidente”.

Borrell denuncia: “La più grande pulizia etnica dalla Seconda Guerra Mondiale, Ue intervenga o sarà complice”

La situazione a Gaza ha raggiunto il livello peggiore dall’inizio della guerra”, scrive Borrell, facendo riferimento ai bombardamenti israeliani ripresi lo scorso 18 marzo, poche ore dopo la rottura della tregua da parte del premier Benjamin Netanyahu. In un solo giorno, più di 400 persone sono state uccise. Un’azione, secondo Borrell, dettata da motivazioni politiche: “Ha assicurato la sua sopravvivenza politica: continuare la guerra era la condizione posta dal suo partner di estrema destra Bezalel Smotrich per non rovesciare la coalizione di governo”.

Il bilancio è tragico: migliaia di morti civili, tra cui moltissimi bambini. Intere aree della Striscia sono state trasformate in zone proibite, la fame è dilagante, e l’ultimo impianto di desalinizzazione dell’acqua non funziona più. Medici Senza Frontiere ha parlato di Gaza come di “un cimitero non solo per gli abitanti, ma anche per coloro che cercano di aiutarli.” 12 Ong internazionali hanno lanciato appelli disperati, rimasti finora inascoltati.

Israele, dal canto suo, continua a ribadire che nessun aiuto umanitario entrerà nella Striscia. Bezalel Smotrich ha parlato apertamente di un piano per “evacuare la popolazione verso sud e attuare il progetto di migrazione volontaria del presidente Trump”. Un piano che, secondo Borrell, rientra in un disegno preciso: “L’obiettivo è chiaramente quello di creare le condizioni per portare a termine la più grande operazione di pulizia etnica dalla fine della seconda guerra mondiale”.

L'Alto rappresentante non nasconde la gravità della situazione, né la responsabilità dell’Unione Europea: “Nonostante le numerose risoluzioni adottate dalle Nazioni Unite e le decisioni della Corte penale internazionale, non sono riuscito a ottenere che il Consiglio e la Commissione agissero". Il confronto con la reazione europea all’aggressione russa in Ucraina è inevitabile: “Questo doppio standard ha indebolito la posizione dell’Ue nel mondo. Non solo nel mondo musulmano, ma anche in Africa, in America Latina o in Asia".

A tutto questo si aggiunge la situazione in Cisgiordania, dove si sta conducendo la più vasta offensiva militare degli ultimi decenni. “Più di 40.000 palestinesi sono già stati sfollati con la forza. E il 23 marzo, il governo israeliano ha legittimato 13 colonie illegali". La prospettiva è chiara: l’annessione totale dei territori occupati e la fine definitiva dell’idea di uno Stato palestinese.

In chiusura, Borrell lancia un monito agli Stati membri: “Il senso di colpa di alcuni paesi europei nei confronti dell’Olocausto, trasformato in ‘ragion di Stato’, rischia di renderci complici di crimini contro l’umanità. Un orrore non può giustificarne un altro”.

E ricorda che l’Europa dispone di strumenti concreti per intervenire: “Siamo il primo partner commerciale di Israele, forniamo almeno un terzo delle sue armi importate, abbiamo concluso con questo paese l’accordo di associazione più ampio in assoluto”. Un accordo che, come tutti gli altri, è vincolato al rispetto del diritto internazionale.

Se lo vogliamo, possiamo agire. E abbiamo già aspettato troppo”, ha concluso Borrell.

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