18 Aprile 2025
Scuola (fonte foto Lapresse)
A 5 anni dalla pandemia legata al Covid, l’istruzione negli Stati Uniti mostra ancora profonde ferite. I danni causati dalla didattica a distanza e dal lockdown si stanno rivelando più gravi e persistenti del previsto: milioni di studenti hanno perso competenze fondamentali in lettura, grammatica e matematica, mentre il corpo docente affronta un’ondata di problemi comportamentali e un crescente disincanto professionale.
Secondo i recenti dati del National Center for Education Statistics, il recupero accademico post-pandemia è tutt’altro che completato. Le performance nei test nazionali rimangono al di sotto dei livelli pre-Covid, soprattutto nelle materie di base. A rendere ancora più cupo il quadro è un rapporto della Annie E. Casey Foundation, che sottolinea come il passaggio forzato alla didattica online abbia compromesso la qualità dell’apprendimento, riducendo drasticamente il tempo effettivo di lezione e ostacolando la comprensione da parte degli alunni.
Michael Petrilli, presidente del Thomas B. Fordham Institute, non usa mezzi termini: “Il recupero accademico è disastroso. Sarà necessario attendere una nuova generazione di studenti per tornare ai livelli pre-pandemia”. Secondo il suo think tank, gli insegnanti si trovano ora a colmare lacune profonde, insegnando a ragazzi che non solo hanno perso contenuti didattici fondamentali, ma che mostrano comportamenti sempre più problematici.
Un sondaggio condotto dall’EdWeek Research Center su oltre 1.100 docenti ha rivelato che più del 70% ritiene che gli studenti si comportino “molto peggio” rispetto al periodo pre-pandemico. Non si tratta più solo di una crisi di apprendimento, ma anche di una vera e propria emergenza educativa e relazionale.
Il disagio non è circoscritto agli studenti. Anche molti insegnanti, di fronte a classi sempre più difficili e a un crescente carico emotivo, stanno gettando la spugna. L’8% dei docenti ha abbandonato la professione alla fine dell’anno scolastico 2020-2021, un dato allarmante riportato dal Dipartimento dell’Istruzione statunitense. Secondo Lora Bartlett, docente dell’Università di Santa Cruz, i casi più critici si sono verificati laddove i docenti non si sono sentiti supportati dalle dirigenze scolastiche durante la pandemia: "Molti hanno avuto la sensazione che le proprie competenze non fossero valorizzate, alimentando un forte senso di frustrazione".
La pandemia ha cambiato anche il rapporto degli studenti con la scuola. La casa, per molti, è diventata il rifugio preferito. Il fenomeno dell’assenteismo cronico – definito come la perdita del 10% o più dell’anno scolastico – è passato dal 15% nel 2018 al 26% nel 2023. Un’impennata preoccupante, secondo quanto riportato dall’American Enterprise Institute, che rischia di compromettere ulteriormente le possibilità di riscatto del sistema scolastico americano.
Brittany Archibald-Swank, insegnante di quarta elementare in Illinois, ha raccontato a UsaToday di dover interrompere le lezioni quasi ogni giorno per supportare studenti "distratti" o "socialmente distaccati". Una realtà sempre più diffusa che mette in discussione non solo la tenuta del sistema educativo, ma anche il benessere psico-sociale delle giovani generazioni.
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