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Canale di Panama, chiesto intervento Onu da presidente Mulino: “Non è regalo Usa”, chiusi da Trump uffici federali per inclusione e diversità

Il presidente di Panama ha chiesto all’Onu di intervenire sulle pretese territoriali di Trump sul Canale di Panama

22 Gennaio 2025

Trump, il discorso programmatico: "Ci riprenderemo il canale di Panama, ci saranno solo due generi, uomini e donne"

Panama ha inviato una lettera alle Nazioni Unite per esprimere la propria preoccupazione in merito alle dichiarazioni di Donald Trump, che ha ventilato l’idea di voler riprendere il controllo del Canale di Panama.

Nel documento, indirizzato al segretario generale dell’ONU Antonio Guterres, il governo panamense richiama un articolo della Carta delle Nazioni Unite che vieta ai Paesi membri di minacciare l’uso della forza contro l’integrità territoriale o l’indipendenza di un altro Stato. La missiva chiede inoltre a Guterres di sottoporre la questione all’attenzione del Consiglio di sicurezza, pur senza richiedere una riunione formale.

Panama chiede intervento dell’Onu

Il presidente di Panama, José Raul Mulino, ha risposto con fermezza alle affermazioni del leader statunitense, il quale aveva definito il Canale un “regalo” che non sarebbe mai dovuto essere concesso a Panama. ''Il Canale è e rimarrà di Panama, non è una concessione o un regalo degli Stati Uniti" ha dichiarato Mulino durante un intervento al Forum di Davos in Svizzera, sottolineando che il suo Paese non si lascerà distrarre da dichiarazioni di questo genere.

Anche la Cina ha espresso il proprio supporto a Panama. La portavoce del ministero degli Esteri cinese, Mao Ning, ha affermato che Pechino concorda con Mulino nel ritenere che la sovranità e l’indipendenza del Paese centroamericano non siano negoziabili. “Il Canale di Panama non è sotto il controllo diretto o indiretto di alcuna potenza mondiale”, ha dichiarato Mao in conferenza stampa, aggiungendo che la Cina non interviene nella gestione del canale e ne rispetta la neutralità come via d'acqua internazionale.

Chiusi gli uffici per l’inclusione e la diversità

Trump intanto ha deciso di mandare a casa tutti i dipendenti degli uffici Deia (Diversità, Equità Inclusione e Accessibilità).

L’ufficio di gestione del personale degli Stati Uniti ha diffuso una comunicazione ufficiale che richiede l’invio immediato di notifiche a tutti i dipendenti degli uffici che sono stati informati di essere stati posti in congedo amministrativo retribuito con effetto immediato, poiché l’agenzia sta procedendo alla chiusura di tutte le iniziative, gli uffici e i programmi legati al Deia.

La portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha confermato che la nuova amministrazione di Donald Trump ha deciso di sospendere i programmi per la diversità, istituiti per promuovere il trattamento equo e la partecipazione inclusiva di gruppi storicamente sottorappresentati, sia in ambito scolastico che lavorativo, spesso attraverso percorsi di formazione. Di conseguenza, i dipendenti federali impiegati in questi uffici saranno posti in congedo retribuito entro la fine della giornata.

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