14 Gennaio 2025
Fonte: imagoeconomica
Hamas avrebbe accettato la bozza di accordo con il governo israeliano per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. L’accordo si svilupperebbe in tre fasi, con il preliminare scambio di 33 ostaggi israeliani per circa 1.000 detenuti palestinesi, per poi dare il via al progressivo ritiro delle truppe israeliane da Gaza.
Anche i funzionari del governo del Qatar che stanno mediando l’accordo hanno espresso un cauto ottimismo sulla possibilità di concludere un accordo prima dell'insediamento del 20 gennaio del presidente eletto Donald Trump, il cui inviato per il Medio Oriente si è unito ai negoziati.
Il portavoce del Ministro degli esteri del Qatar, Majed al-Ansari, si è mostrato cauto ma ottimista sull’ormai imminente annuncio del cessate il fuoco, affermando che Hamas e Israele sono “al punto più vicino di sempre ad un accordo”. Anche Hamas in un comunicato ha confermato che i negoziati sono nella loro fase finale.
“Crediamo che noi (il Qatar, ndr) siamo stati in grado, attraverso i negoziati e i nostri partner in Egitto e negli Stati Uniti, di ridurre al minimo molte delle divergenze tra le due parti. I colloqui in corso riguardano gli ultimi dettagli per raggiungere un accordo”, ha dichiarato il ministro degli esteri.
Il contenuto della bozza di accordo
L’accordo per un cessate il fuoco a Gaza sarebbe diviso in tre fasi. In primo luogo uno scambio tra 33 ostaggi israeliani a Gaza e più di 1000 prigionieri palestinesi nelle celle israeliani, compresi dei condannati per attentati, esclusi i combattenti catturati durante l’attacco del 7 ottobre 2023.
Tra i 33 ostaggi verrebbero liberati prima i bambini, le donne e gli uomini sopra i 50 anni, i feriti e i malati.
La prima fase durerebbe 60 giorni. Al sedicesimo giorno le negoziazioni ripartirebbero per il rilascio dei restanti ostaggi israeliani, ovvero i soldati, i prigionieri uomini e alcuni corpi degli ostaggi che hanno perso la vita. I prigionieri palestinesi in Israele verrebbero liberati solo in questa seconda fase. Israele detiene attualmente più di 10.300 prigionieri palestinesi, mentre si stima che 99 israeliani siano detenuti a Gaza.
Sul tavolo è di cruciale importanza il tema del ritiro delle truppe. Non è chiaro ancora quali concessioni Hamas sia disposta a fare alle IDF. Le indiscrezioni sulla bozza di accordo parlano di un graduale ritiro di Tsahal dal corridoio di Filadelfi, la striscia di terra lunga 14 kilometri e larga 100 metri che divide Gaza dall’Egitto. Attraverso questa striscia di terra passa il valico di Rafah, il canale ufficiale attraverso il quale passano gli aiuti umanitari verso Gaza, ma anche luogo di passaggio di alcuni tunnel sotterranei di Hamas.
Il corridoio di Filadelfi è stato designato come zona di confine demilitarizzata dopo il ritiro degli insediamenti e delle truppe israeliane da Gaza nel 2005 e va dal Mediterraneo al valico di Kerem Shalom con Israele. È un punto il cui controllo è cruciale per Israele.
Secondo la bozza Israele dovrebbe ritirarsi dal corridoio, pur mantenendo un perimetro di sicurezza. I soldati potrebbero rimanere nel corridoio durante la fase 1 dell’accordo, per poi ritirarsi successivamente se l’accordo tiene. Il valico di Rafah riprenderà a funzionare gradualmente, permettendo il passaggio dei malati.
I residenti disarmati di Gaza Nord potranno ritornare nel nord della Striscia, con un meccanismo che garantisca che non vi siano trasferimenti di armi. Le truppe israeliane si ritireranno dal corridoio di Netzarim, nel centro di Gaza.
Anche gli aiuti umanitari dovrebbero poter vedere potenziate le loro capacità e dovrebbero poter entrare nella Striscia con più facilità.
Il nodo da sciogliere resta quello del governo della Striscia, con Israele che a dichiarato di non voler ritirarsi da Gaza fino a quando non debellerà del tutto Hamas, ma che ha anche rifiutato un ritorno dell’Autorità Palestine al governo della Striscia.
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