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Gaza, Netanyahu minacciato dal suo stesso governo, Ben Gvir (ministro sicurezza): "Senza attacco a Rafah non sarà più premier"

Se prima i dissensi arrivavano inizialmente dagli avversari e successivamente dagli alleati, adesso le critiche (e minacce) arrivano dal suo stesso governo

08 Aprile 2024

Itamar Ben-Gvir, neoministro israeliano, visita Spianata delle Moschee. Palestinesi: "Provocazione senza precedenti"

Itamar Ben-Gvir, fonte profilo Facebook ufficiale Itamar Ben-Gvir

Netanyahu con le spalle al muro. Se prima i dissensi arrivavano inizialmente dagli avversari e successivamente dagli alleati, adesso le critiche (e minacce) arrivano dal suo stesso governo. Dopo l'annuncio dell'esercito del ritiro da Khan Yinis, nel sud di Gaza, sono stati in molti a contestare la decisione del primo ministro israeliano. Tra questi, anche Itamar Ben Gvir, il ministro della sicurezza nazionale e leader di destra radicale, che con un post su Twitter ha espresso il suo dissenso per la scelta del premier. "Se Netanyahu decide di porre fine alla guerra senza un attacco esteso a Rafah per sconfiggere Hamas, non avrà il mandato per continuare a servire come primo ministro". Lo ha detto il ministro della sicurezza nazionale - e leader di destra radicale - Itamar Ben Gvir. 

Gaza, Netanyahu minacciato dal suo stesso governo, Ben Gvir (ministro sicurezza): "Senza attacco a Rafah non sarà più premier"

O Rafah o addio governo. Si può riassumere in questo modo il tweet di Ben Gvir, pubblicato poco dopo la decisione del governo israeliano di ritirare le truppe di terra dal sud della Striscia di Gaza, dopo quattro mesi consecutivi di combattimenti nell'area di Khan Yunis. La critica feroce, o per meglio dire la minaccia del ministro per la sicurezza nazionale, arriva insieme alla mossa dell'altro ministro di destra radicale di "Sionismo religioso", e responsabile delle finanze, ossia Bezalel Smotrich, il quale secondo i media, ha convocato il suo partito per valutare la situazione dopo l'annuncio dell'esercito del ritiro da Khan Yunis, nel sud di Gaza.

A rimanere nel territorio solo la brigata Nahal, incaricata di proteggere il cosiddetto Corridoio Netzarim, che attraversa Gaza dall'area di Beeri, nel sud di Israele, fino alla costa. Il corridoio consente alle Idf di effettuare raid nel nord e nel centro di Gaza, impedisce ai palestinesi di tornare nella parte settentrionale della Striscia e consente alle organizzazioni umanitarie di fornire aiuti direttamente nel nord di Gaza. Una decisione, quella del ritiro delle truppe, ritenuta funzionale all'invasione immidente di Rafah. O almeno, secondo Netanyahu e il ministro della Difesa Yoav Gallant. Sono in molti infatti a ritenere questa scelta collegata alle pressioni degli Stati Uniti, che da tempo cercando di ridurre l'intensità della guerra.

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