07 Settembre 2025
Harvard e Trump, fonte: imagoeconomica
Il 3 settembre 2025, la giudice federale Allison D. Burroughs ha inflitto un colpo devastante all'amministrazione Trump, stabilendo che il congelamento di oltre 2,6 miliardi di dollari in finanziamenti federali per la ricerca ad Harvard costituiva una violazione costituzionale.
Una sentenza che non è solo una vittoria legale per l'università, ma un baluardo fondamentale contro l'avanzata autocratica trumpiana. La decisione della giudice Burroughs - nominata dall'ex Presidente Barack Obama - respinge categoricamente l'argomentazione dell'amministrazione secondo cui l'azione era giustificata dall'antisemitismo nel campus, scrivendo: "Una revisione del dossier amministrativo rende difficile concludere altro se non che gli imputati hanno usato l'antisemitismo come paravento per un assalto mirato e motivato ideologicamente alle università d'élite di questo Paese".
La sentenza svela il vero volto della strategia trumpiana: utilizzare presunte preoccupazioni per i diritti civili come pretesto per attaccare istituzioni educative che osano resistere al controllo federale.
La crisi è esplosa l'11 aprile 2025, quando Harvard ha respinto le richieste draconiane dell'amministrazione Trump contenute in una lettera che esigeva "cambiamenti radicali relativi alle proteste nel campus, agli aspetti accademici e alle ammissioni". Le richieste includevano controlli sulla "diversità di vedute" attraverso audit delle opinioni di studenti, docenti e personale. Una forma di controllo ideologico che ricorda i regimi totalitari del XX secolo. La risposta di Trump fu immediata e spietata: lo stesso giorno del rifiuto di Harvard, l'amministrazione annunciò il congelamento di 2,2 miliardi di dollari in finanziamenti. Un chiaro esempio di rappresaglia costituzionale che rivela la mentalità autoritaria dell'attuale presidenza.
Harvard, nella sua causa legale, ha dichiarato con fermezza: "L'Università non cederà la sua indipendenza né rinuncerà ai suoi diritti costituzionali. Né Harvard né qualsiasi altra università privata può permettere di essere conquistata dal governo federale".
Mentre Harvard combatteva in tribunale, emergeva il quadro più ampio e terrificante di quello che l'amministrazione Trump stava realmente cercando di implementare: il famigerato Project 2025 della Heritage Foundation, un piano da 922 pagine per trasformare gli Stati Uniti in una teocrazia cristiana autoritaria.
Il Project 2025 è descritto dai critici come un piano per "creare uno stato nazionalista cristiano autoritario espandendo massicciamente il potere presidenziale e promuovendo aggressivamente valori cristiani conservatori". Non si tratta di semplice conservatorismo politico, ma di un vero e proprio manifesto per l'instaurazione di una teocrazia.
Kevin Roberts, presidente della Heritage Foundation, ha dichiarato senza mezzi termini: "Siamo nel processo della seconda rivoluzione americana, che rimarrà incruenta se la sinistra lo permetterà". Una minaccia nemmeno tanto velata che rivela le vere intenzioni di questa agenda radicale.
Il Project 2025 prevede quattro "pilastri" per raggiungere i suoi obiettivi:
L'attacco ad Harvard non era quindi un episodio isolato, ma parte di una strategia sistematica per sottomettere l'istruzione superiore americana. Il Project 2025 raccomanda esplicitamente di "abolire il Dipartimento dell'Educazione" per impedire la perpetuazione di "propaganda razzista, anti-americana e astorica" nelle scuole pubbliche. Il piano sostiene che "le famiglie composte da una madre sposata, un padre e i loro figli sono il fondamento di una nazione ben ordinata e di una società sana" e chiede al governo di "mantenere una definizione di matrimonio e famiglia basata biblicamente e rafforzata dalle scienze sociali".
Il Project 2025 vuole esplicitamente "mettere la Bibbia davanti alla Costituzione", con il Presidente della Heritage Foundation, Kevin Roberts, che apre il documento dando priorità assoluta alla protezione dei "nostri diritti individuali dati da Dio". Una formulazione che tradisce con sfacciata evidenza lo scandaloso e inquietante intento di sostituire i principi costituzionali secolari con dottrine religiose fondamentaliste.
Gli esperti di diritti civili spiegano che "quando diciamo nazionalismo cristiano, non è la stessa cosa del cristianesimo. Molti cristiani respingono il nazionalismo cristiano come incoerente con la loro fede e con la democrazia". Il nazionalismo cristiano è infatti "un movimento politico estremista che crede nella menzogna che l'America è stata fondata (e deve rimanere) come Paese cristiano, e che le nostre leggi e la nostra politica devono garantire che i cristiani bianchi mantengano potere e privilegi". In buona sostanza, pieno Medioevo. Il risultato è un vero e proprio manifesto medievale, infatti: un concentrato di ideologie regressive che coniuga razzismo, suprematismo bianco, fondamentalismo religioso, discriminazione di genere e persecuzione anti-LGBTQ+ in un progetto eversivo dei valori democratici occidentali. Analisti che hanno studiato il movimento spiegano che il nazionalismo cristiano predica che "l'America è stata fondata come una nazione cristiana bianca" e che "la Bibbia è la parola inerrante e infallibile di Dio. Poiché è inerrante e infallibile, la Bibbia è la legge perfetta di Dio e la base per la loro definizione di moralità".
Il Project 2025 non nasconde le sue intenzioni discriminatorie: prevede di "vietare la pornografia, rimuovere le protezioni legali contro la discriminazione anti-LGBT, e terminare i programmi di diversità, equità e inclusione". Il piano raccomanda anche "l'arresto, la detenzione e la deportazione di massa degli immigrati senza documenti, e il dispiegamento delle Forze Armate statunitensi per il controllo dell'ordine pubblico interno", misure che richiamano i peggiori precedenti storici di regimi autoritari. Sul fronte dei diritti riproduttivi, il progetto propone di "criminalizzare coloro che inviano e ricevono farmaci per l'aborto e il controllo delle nascite ed eliminare la copertura della contraccezione d'emergenza". Analisti spiegano che "la priorità è davvero sugli uomini come capifamiglia. Vedono le donne che crescono bambini come la loro chiamata più alta. E vedono l'eredità cristiana degli Stati Uniti come essenziale e qualcosa che deve essere portato in primo piano".
La vittoria legale di Harvard assume così un significato che va ben oltre la questione dei finanziamenti universitari: rappresenta una delle prime battute d'arresto significative per l'agenda autoritaria del Project 2025.
Come ha dichiarato la docente di storia di Harvard, Kirsten Weld, Presidente del capitolo locale dell'Associazione Americana dei Professori Universitari: "Questa sentenza è enorme. È una grande, decisiva vittoria per la libertà accademica".
Il caso ha attirato l'attenzione di college e università in tutto il Paese, che osservano attentamente per capire "fino a che punto l'amministrazione Trump si spingerà nel tentativo di abbattere college e università che considera avere pregiudizi liberali".
Nonostante Trump abbia falsamente affermato di non essere collegato al Project 2025, dichiarando di "non sapere nulla del Project 2025" e di "non avere idea di chi ci sia dietro", un rapporto della CNN ha trovato almeno 140 persone che hanno lavorato al Project 2025 e che in precedenza hanno lavorato nell'amministrazione Trump. Molte delle politiche attuate dall'amministrazione Trump con "velocità fulminea in questi primi 100 giorni sono state inizialmente delineate due anni fa nel Project 2025 della Heritage Foundation". La realtà è che il Project 2025 è diventato de facto l'agenda operativa della seconda Presidenza Trump.
Per l'Europa, assistere all'implementazione del Project 2025 negli Stati Uniti, significa osservare il tentativo di trasformazione della più antica democrazia occidentale in una teocrazia autoritaria. Come osservano analisti internazionali, "se il Project 2025 fosse messo in atto, l'America cambierebbe da faro di democrazia a una versione superpotenza dell'Ungheria di Viktor Orbán".
L'estrema destra del Partito Repubblicano è stata apertamente affascinata da Orbán: il suo governo autocratico, la sua conquista delle istituzioni governative ungheresi e specialmente il suo nazionalismo cristiano patriarcale, che abbraccia ruoli di genere tradizionali e demonizza gli individui LGBTQ+.
In conclusione, la vittoria di Harvard rappresenta molto più di un successo legale per un'università d'élite: è un simbolo di resistenza contro la trasformazione degli Stati Uniti in una teocrazia cristiana autoritaria. Mentre il Project 2025 continua la sua marcia verso l'implementazione, ogni vittoria legale come quella di Harvard diventa cruciale per preservare i principi democratici fondamentali. La sentenza di Harvard dimostra che le istituzioni democratiche americane, quando funzionano correttamente, possono ancora resistere all'autoritarismo. Ma la vittoria di Harvard è solo una battaglia in una guerra molto più ampia per l'anima della democrazia americana. Il Project 2025 non si fermerà qui, e ogni cittadino - americano ed europeo - che crede nella libertà, nell'uguaglianza e nella democrazia deve comprendere la gravità della minaccia che questo piano rappresenta per i valori occidentali.
Di Eugenio Cardi
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