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"Israele sta commettendo genocidio a Gaza": così ha sentenziato l'IAGS, che riunisce i 500 maggiori esperti mondiali della materia

"Questa è una dichiarazione definitiva da parte degli esperti nel campo degli studi sul genocidio, ovvero ciò che sta accadendo sul terreno a Gaza è genocidio", ha dichiarato Melanie O'Brien, presidente dell'IAGS

02 Settembre 2025

"Israele sta commettendo genocidio a Gaza": così ha sentenziato l'IAGS, che riunisce i 500 maggiori esperti mondiali della materia

Fonte: imagoeconomica

L'Associazione Internazionale degli Studiosi del Genocidio (IAGS), che riunisce i 500 maggiori esperti mondiali della materia, ha approvato una risoluzione storica: le azioni di Israele nella Striscia di Gaza corrispondono alla definizione legale di genocidio secondo il diritto internazionale.

  • Una dichiarazione senza precedenti

Il 31 agosto 2025, con una maggioranza schiacciante dell'86% dei membri votanti, l'IAGS ha formalmente dichiarato che "le politiche e le azioni di Israele a Gaza soddisfano la definizione legale di genocidio" secondo l'Articolo II della Convenzione delle Nazioni Unite per la Prevenzione e la Punizione del Crimine di Genocidio del 1948.

"Questa è una dichiarazione definitiva da parte degli esperti nel campo degli studi sul genocidio, ovvero ciò che sta accadendo sul terreno a Gaza è genocidio", ha dichiarato Melanie O'Brien, presidente dell'IAGS e docente di diritto internazionale all'Università dell'Australia Occidentale. La risoluzione, formata in tutto da sole tre pagine, rappresenta una delle condanne più forti mai emesse dall'associazione, fondata nel 1994 e che ha precedentemente riconosciuto i genocidi in Bosnia ed Erzegovina, Ruanda, Armenia e Myanmar.

  • I criteri del genocidio soddisfatti

Secondo l'IAGS, il governo israeliano ha "impegnato le proprie forze armate in crimini sistematici e diffusi contro l'umanità, crimini di guerra e genocidio, inclusi attacchi indiscriminati e deliberati contro civili e infrastrutture civili". La risoluzione cita come prove:

  • Sfollamento forzato di massa: Israele ha "sfollato più volte con la forza quasi tutti i 2,3 milioni di palestinesi residenti nella Striscia di Gaza" e ha distrutto oltre il 90% delle infrastrutture abitative del territorio.
  • Sterminio sistematico: l'associazione fa riferimento all'uccisione o ferimento di oltre 50.000 bambini, sottolineando che lo sterminio di un grande gruppo di bambini è considerato dalla Corte Internazionale di Giustizia come genocidio.
  • Creazione deliberata di condizioni di vita distruttive: privazione deliberata di cibo, medicine ed elettricità necessari alla sopravvivenza della popolazione, torture, detenzioni arbitrarie, violenze sessuali, attacchi al personale medico e ai giornalisti.
  • Dichiarazioni di intento genocida: La risoluzione cita esplicitamente le dichiarazioni di alti funzionari governativi e leader militari israeliani che disumanizzano i palestinesi di Gaza.
  • Il contesto della carestia confermata

La dichiarazione dell'IAGS arriva pochi giorni dopo la pronuncia dell'Integrated Food Security Phase Classification Initiative (IPC), Ente sostenuto dalle Nazioni Unite, il quale ha dichiarato ufficialmente l'effettiva carestia a Gaza, per la prima volta dall'inizio del conflitto.

Secondo il rapporto IPC del 22 agosto 2025 infatti, oltre mezzo milione di persone a Gaza sono intrappolate nella carestia, caratterizzata da "fame diffusa, miseria e morti prevenibili". Le condizioni di carestia si prevede che si estenderanno da Gaza City (attualmente messa a ferro e fuoco dall'IDF) a Deir al-Balah e Khan Younis nelle prossime settimane. Il Ministero della Salute di Gaza stima attualmente che oltre 330 persone, inclusi più di 120 bambini, sono finora morte per fame grave a causa del blocco israeliano che da mesi impedisce la consegna di aiuti umanitari.

"Entro fine settembre 2025 le condizioni dovrebbero peggiorare ulteriormente con la carestia che si estenderà a Deir al-Balah e Khan Younis", ha dichiarato l'IPC. "Quasi un terzo della popolazione (641.000 persone) dovrebbe affrontare condizioni catastrofiche".

  • I precedenti legali: il caso sudafricano alla CIG

La risoluzione dell'IAGS fa esplicito riferimento ai procedimenti iniziati dal Sudafrica presso la Corte Internazionale di Giustizia (CIG) nel dicembre 2023. Il documento di 84 pagine accusa Israele di violare la Convenzione sul Genocidio attraverso uccisioni di massa e la creazione deliberata di condizioni di vita minacciose per i palestinesi a Gaza. Nel gennaio 2024, la CIG ha emesso una sentenza preliminare che ordinava a Israele di adottare misure immediate per prevenire il genocidio e fermare l'incitamento allo stesso. Il tribunale ha respinto tutte le obiezioni presentate dallo Stato occupante di Israele, affermando la plausibilità delle accuse sudafricane.

In tre pronunciamenti provvisori nel 2024, la CIG ha quindi rilevato che è "plausibile" che Israele stia commettendo genocidio. La Corte Penale Internazionale (CPI) ha dal canto suo emesso mandati di arresto per il Primo Ministro Netanyahu e l'ex Ministro della Difesa Yoav Gallant, accusandoli di crimini tra cui la fame forzata e attacchi deliberati contro civili palestinesi.

  • Il sostegno internazionale alla risoluzione

Diversi Stati hanno espresso il loro sostegno per il caso sudafricano alla CIG. Il Brasile ha annunciato ufficialmente che si unirà al Sudafrica nel caso CIG accusando Israele di genocidio a Gaza. Altri Paesi ancora hanno espresso sostegno alla causa, ovvero Turchia, Russia, e diversi Stati africani. L'Ufficio Governativo dei Media Palestinese ha accolto favorevolmente la decisione dell'IAGS, definendola un riconoscimento della gravità della situazione.

  • Gli esperti coinvolti

La risoluzione è sostenuta da alcuni dei più eminenti studiosi di genocidio al mondo, tra cui:

  • Melanie O'Brien - attuale Presidente IAGS, Università del Queensland, Australia
  • Henry Theriault - ex Presidente IAGS, Worcester State University
  • Alexander Hinton - ex presidente IAGS, Rutgers University
  • Gregory H. Stanton - Presidente fondatore di Genocide Watch, ex presidente IAGS
  • Steven L. Jacobs - ex Vicepresidente e Segretario-Tesoriere, Università dell'Alabama

Onur Uraz, Presidente del Comitato Risoluzioni IAGS, ha confermato che "il processo di questa risoluzione è stato uno dei più fluidi alla luce dei numerosi rapporti ONU e ONG che supportano la conclusione".

  • Le implicazioni legali e morali

La risoluzione dell'IAGS conclude il proprio lavoro con il richiamo al governo israeliano a:

  • Fermare tutte le azioni genocide a Gaza
  • Rispettare gli ordini di misure provvisorie emessi dalla Corte Internazionale di Giustizia
  • "Sostenere un processo di riparazione e giustizia transizionale che garantisca democrazia, libertà, dignità e sicurezza per tutte le persone di Gaza".
  • Un punto di svolta storico

Questa dichiarazione dell'IAGS rappresenta un momento storico di consenso accademico internazionale sulla gravità delle azioni israeliane a Gaza. Come ha sottolineato la Presidente O'Brien, si tratta del primo riconoscimento formale da parte della più autorevole associazione mondiale di esperti di genocidio sul fatto che le azioni in corso soddisfano i criteri legali del genocidio.

La risoluzione arriva in un momento in cui Israele sta intensificando le sue operazioni militari a Gaza City e mentre la comunità internazionale continua a dibattere su come rispondere alla crisi umanitaria in corso. Proprio in questi ultimi giorni Kaja Kallas, Vicepresidente della Commissione europea, pur ammettendo che il riconoscimento della Palestina sarebbe di aiuto per la soluzione a due Stati (però su quali territori nascerebbe lo Stato di Palestina, mi chiedo, dal momento in cui oramai Israele ha occupato quasi tutto grazie all'inerzia dell'Europa e all'appoggio USA?), ha allo stesso tempo candidamente ammesso che dato che non c'è unanimità sulle sanzioni da applicare a Israele (in particolare Germania e Italia si sono espressi contro le sanzioni), in buona sostanza al momento non se ne fa niente.

La domanda che quindi ci poniamo è se questa autorevole pronuncia accademica si tradurrà finalmente in azioni concrete per fermare quella che i maggiori esperti mondiali definiscono inequivocabilmente un genocidio in corso o se si continuerà a chiacchierare inutilmente mentre lo Stato occupante di Israele sta tentando di far sparire l'intero popolo palestinese dalla faccia della Terra e più di qualcuno tira su miliardi trafficando in armamenti vari.

Di Eugenio Cardi

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