05 Aprile 2024
Fonte foto: profili Facebook Biden/Netanyahu
Qualcosa è sicuramente cambiato nei rapporti tra Stati Uniti e Israele. Il raid israeliano che ha portato alla morte di ben 7 operatori della World Central Kitchen, Ong americana, ha cambiato in parte le carte in tavola tra gli alleati, che sembrerebbero aver preso coscienza di quanto sta accadendo nella Striscia di Gaza. A tal proposito la chiamata di Joe Biden è significativa: il presidente americano ha alzato i toni verso Netanyahu, che di riflesso ha aperto il valico di Erez permettendo l'ingresso di nuovi aiuti. Tutto questo mentre Save the Children pubblica nomi spaventosi: 26mila minori sono stati uccisi o feriti dal 7 ottobre.
Il presidente americano Joe Biden ha sottolineato al premier israeliano Netanyahu "la necessità che Israele annunci e attui una serie di passi specifici, concreti e misurabili per affrontare i danni civili, le sofferenze umanitarie e la sicurezza degli operatori umanitari" e "la politica degli Stati Uniti rispetto a Gaza sarà determinata dalla valutazione" di Washington "dell'azione immediata di Israele" in questi ambiti. Si legge sul sito della Casa Bianca che riporta il contenuto della conversazione tra i due leader, la prima dal raid in cui sono morti sette operatori umanitari.
Il governo israeliano ha approvato l'apertura dell'importantissimo valico di frontiera nel nord di Gaza mentre cresceva la pressione affinché la regione ottenesse un accesso più critico agli aiuti umanitari per i palestinesi in difficoltà. Il governo adotterà misure immediate per aprire il valico di frontiera di Erez nel nord di Gaza. “Questo aumento degli aiuti eviterà una crisi umanitaria ed è necessario per garantire la continuazione dei combattimenti e per raggiungere gli obiettivi della guerra”, si legge nella dichiarazione. Il checkpoint di Erez sarà il terzo punto di accesso aperto per la consegna di aiuti a Gaza dopo il valico di Kerem Shalom nel sud di Israele e un altro al confine con l'Egitto nella città di Rafah, dove più di un milione di palestinesi si stanno rifugiando dalla guerra.
Nel nord della Striscia di Gaza un bambino su tre, sotto i due anni, soffre di deperimento, la forma più grave di malnutrizione: stime che sono raddoppiate rispetto a gennaio. Lo denuncia Save The Children che comunica come più di 400 attacchi da ottobre, hanno messo fuori uso 26 dei 36 ospedali di Gaza, limitato l'accesso di medicinali e forniture, con ricadute letali sull'assistenza sanitaria.
Secondo l'Organizzazione quasi 26.000 bambini - ovvero poco più del 2% della popolazione infantile di Gaza - sono stati uccisi o feriti a Gaza in sei mesi di guerra. Nei sei mesi trascorsi dagli attacchi del 7 ottobre, in cui sono stati uccisi 33 bambini, più di 13.800 minori sono stati uccisi a Gaza e 113 in Cisgiordania, mentre più di 12.009 bambini sono stati feriti a Gaza e almeno 725 in Cisgiordania, secondo i dati di Ocha e del Ministero della Sanità di Gaza. Ad almeno 1.000 bambini sono state amputate una o entrambe le gambe e circa 30 dei 36 ospedali sono stati bombardati, lasciandone solo 10 parzialmente funzionanti.
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