04 Aprile 2024
Fonte foto: Twitter
L’Occidente collettivo è troppo impegnato a demonizzare Putin e a costruire le basi ideologiche e psicologiche per preparare la guerra contro la Russia per accorgersi dei crimini che vengono perpetrati quotidianamente dal governo di Benjamin Netanyahu.
In poche ore l’esercito israeliano è riuscito a uccidere 7 volontari di una ONG che si tornavano nella striscia di Gaza per distribuire cibo alla popolazione palestinese stremata da sei mesi di guerra criminale contro i civili e ad attaccare con una raffica di razzi un edificio dell’ambasciata iraniana a Damasco uccidendo 11 persone tra cui un alto esponente dei pasdaran.
Netanyahu ormai non tenta nemmeno più di nascondere il profondo disprezzo che nutre nei confronti delle leggi e delle norme che regolano il diritto internazionale. Mette in atto con ogni mezzo il piano con cui intende cancellare il popolo palestinese, prima dalla striscia di Gaza, poi dalla Cisgiordania. Attacchi indiscriminati sui civili, bombe a raffica su abitazioni, scuole, chiese, ospedali, ecc. a cui si aggiunge l’uso strumentale della fame per sterminare i 2 milioni di palestinesi assediati a Rafah.
L’attacco con cui sono stati uccisi i 7 operatori umanitari di World Central Kitchen, la ONG fondata dallo chef José Andrés con lo scopo di sfamare le popolazioni in guerra, non è un “incidente”, come è stato definito dal governo e dal presidente di Israele. È un atto deliberato finalizzato a incutere terrore a chi tenta di bloccare almeno il flagello della fame nella striscia di Gaza. In sei mesi sono stati uccisi dall’IDF 200 volontari delle ONG, delle associazioni umanitarie internazionali e, perfino, dell’ONU. Del resto non è stato un incidente nemmeno l’attacco alla rotonda di Nabulsi, vicino a al-Rashid Street, nella parte meridionale di Gaza del 29 febbraio 2024: 120 morti e 760 feriti. Civili inermi. Persone disperate che aspettavano qualcosa da mangiare.
Un oltraggio all’umanità, un atto abominevole e indegno rimasto impunito, nemmeno sanzionato dall’ONU e dai governi occidentali.
“Il governo israeliano deve smettere con questi omicidi indiscriminati, deve smettere di limitare e impedire gli aiuti umanitari, deve smettere di uccidere i civili e i lavoratori umanitari. Deve smettere di usare il cibo come un’arma” ha scritto Andrés su X.
Il monito è chiaro e inequivocabile. E lo scopo primario, quello di bloccare la distribuzione di cibo alla popolazione palestinese, è stato raggiunto con successo.
World Central Kitchen e Anera, un’altra ONG attiva a Gaza, hanno sospeso la loro attività e hanno fatto rientrare le loro navi a Cipro. Così ai morti per i bombardamenti, si continueranno ad aggiungere le innumerevoli morti silenziose per stenti e per fame.
A Netanyahu e al suo governo criminale non bastano i 33 mila morti (183 al giorno) a causa degli attacchi dell’esercito israeliano, vogliono eliminare il popolo palestinese con la carestia e la fame. Senza pietà. È la versione postmoderna del concetto di Lebensraum (Spazio vitale) con cui i nazisti agivano per spopolare i ghetti ebraici.
Del resto la storia di Netanyahu è eloquente. Benzion Mileikowsky poi mutato in Netanyahu, ebreo aschenazita polacco, padre di Benjamin Netanyahu, è stato segretario di Vladimir Jabotinsky, il leader dei cosiddetti sionisti revisionisti, molto vicino a Mussolini e al nazista ucraino Stepan Bandera.
Il modus operandi dei nazisti è insomma una sorta di asset ereditario della famiglia Natanyahu.
Di fronte a questo ennesimo crimine contro ogni principio di umanità colpisce la latitanza dei media e dei cantori delle democrazie occidentali. Dove sono gli aedi della libertà e del diritto internazionale che si sono prontamente schierati senza riserve contro il perfido Putin? La signora Liliana Segre per esempio ha evitato con cura di pronunciarsi sull’ennesimo “errore” di Israele.
Roberto Saviano si occupa naturalmente del pentimento del boss dei casalesi e perfino dell’Università Federico II di Napoli che ospita Geolier. Non è però rintracciabile alcun commento sui fatti di Gaza da parte del solitamente loquace scrittore napoletano.
È rimasto in silenzio anche il front man dei Maneskin. Si era prodigato a prendere posizione contro la Russia con un proverbiale “Fuck Putin!” urlato a favore di telecamera durante un’esibizione con tanto di outfit in reggicalze e tacchi a spillo degno delle migliori performance di Zelensky in versione attore comico. Sean Penn che si è precipitato a Kiev per regalare ila statuetta del suo Premio Oscar al collega Zelensky non si è ancora visto a Gaza, nemmeno Bono, il leader degli U2, sempre in prima linea per difendere cause umanitarie. L’elenco potrebbe continuare all’infinito. Il silenzio dei solerti censori del male in ogni sua forma ed espressione è assordante. L’ennesimo attestato di doppiopesismo che caratterizza i media mainstreim e chi li popola. L’apoteosi del doppio standard.
Cosa sarebbe successo se a bombardare un’ambasciata e a uccidere personale del corpo diplomatico di un paese straniero, in territorio straniero, fosse stato Putin? Cosa sarebbe successo se a uccidere i civili in attesa di cibo e a colpire a morte con almeno tre attacchi mirati 7 cooperanti di una ONG fosse stato l’esercito russo? I media occidentali avrebbero dedicato servizi televisivi e radiofonici, pagine d’apertura dei principali quotidiani e siti web alla brutalità criminale di Putin, novello Hitler. Attori, cantanti, opinionisti, ecc. si sarebbero affrettati ad attaccare in coro Putin e la Russia. Per giorni, forse per settimane, non si sarebbe parlato d’altro che del delirio di onnipotenza dello spietato zar di Russia e del pericolo che rappresenta per l’Europa, anzi, per tutto l’Occidente. E si sarebbe naturalmente approfittato per caldeggiare la necessità di armarsi per garantire la pace e la sicurezza. L’ennesimo ossimoro che testimonia il livello di dissoluzione della società occidentale.
“Nel mondo realmente rovesciato il vero è un momento del falso”, come ci ha efficacemente spiegato Guy Debord.
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