26 Gennaio 2024
Mark Woolhosue, yt @BBC
L'epidemiologo scozzese Mark Woolhouse ha lanciato delle accuse nei confronti della storica emittente inglese BBC, che ora sono oggetto di dibattito. Woolhouse, un rispettato scienziato e consigliere del governo scozzese, ha denunciato il fatto che la BBC avrebbe "ripetutamente segnalato morti o malattie rare fra adulti come se fossero la norma”.
All’inizio della pandemia, la BBC, avrebbe infatti generato il panico fra i telespettatori, spargendo la “fuorviante impressione che ognuno fosse a rischio” e che “il virus non discriminasse nessuno”. In realtà, ha proseguito l’epidemiologo, “già dal 2020 era chiaro come il rischio di morire di Covid risultasse 10.000 volte superiore negli Over 75” rispetto ai giovani.
Ciò che emerge in modo più sorprendente dalle affermazioni di Woolhouse è l'omissione di informazioni cruciali da parte della BBC e la diffusione di un "vergognoso terrorismo psicologico". Secondo lo scienziato, "la disinformazione è continuata nel corso del 2020, fornendo una giustificazione per le misure di lockdown".
La BBC non è l'unico soggetto sotto accusa; Woolhouse sospetta che la disinformazione abbia ricevuto il sostegno indiretto degli enti governativi, che avrebbero voluto aumentare il "livello di rischio percepito" per giustificare le misure drastiche. Questo scenario richiama alla memoria situazioni simili avvenute in Italia, dove la manipolazione dell'informazione e il "terrorismo psicologico" erano anch'essi parte dei discorsi dell'opinione pubblica.
Woolhouse ha portato prove a supporto della sua tesi. Il 22 marzo del 2020, durante un incontro svolto da un gruppo scientifico governativo, si disse che “un numero considerevole di persone non si sente ancora sufficientemente minacciato a livello individuale”. Quindi occorreva “aumentare il livello di rischio percepito” nei soggetti refrattari al panico.
Già in passato, alcuni giornalisti britannici avevano raccolto testimonianze di colleghi della Bbc che confermavano la situazione. “Nell’azienda si respirava un clima di paura”, hanno dichiarato gli interpellati. “Chi osava criticare le misure di lockdown veniva bollato come dissidente” e anche “apertamente deriso”. Tanto che alcuni di questi professionisti, sfiniti dal clima che li circondava, avevano condiviso la frustrazione accumulata in chat segrete su Whatsapp.
Tra questi anche Robin Aitken, giornalista dell’emittente britannica per 25 anni, che in un libro intitolato Can We Trust The Bbc (“Possiamo fidarci della Bbc?”), accusò il canale di sistematica manipolazione delle notizie.
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