13 Gennaio 2024
L'Uganda si trova nella situazione imminente di dover eliminare 5,6 milioni di dosi di vaccini Covid scaduti, per un valore di 28,1 miliardi di scellini ugandesi, equivalenti a 7,3 milioni di dollari. Questi vaccini erano stati acquistati grazie a un prestito ottenuto dalla Banca mondiale. Durante un'audizione parlamentare il 10 gennaio, il revisore generale John Muwanga ha annunciato che le dosi saranno ritirate dalle strutture sanitarie e distrutte, e lo stesso destino attende quelle che scadranno nei prossimi mesi. Il governo stima che le perdite entro la fine dell'anno a causa dei vaccini scaduti supereranno i 78 milioni di dollari.
Il capo dell'Agenzia nazionale di approvvigionamento farmaceutico, Moses Kamabare, ha spiegato che "La domanda di vaccini anti-Covid è ormai a zero, e se non ci sono persone che ne hanno bisogno e strutture sanitarie che li richiedono, prevediamo che molti altri vaccini scadranno prima di poter essere utilizzati". A fine 2022, in Uganda erano giunte quasi 49 milioni di dosi, di cui poco più della metà è stata utilizzata.
In tutta l'Africa orientale, Paesi come il Kenya, il Ruanda e la Tanzania si trovano con milioni di dosi nei depositi destinate alla distruzione. Dennis Miskellah, vice segretario del sindacato dei medici e dei dentisti del Kenya, sottolinea giustamente che oltre al costo dei vaccini sprecati, c'è anche il danno derivante dalle spese necessarie per lo smaltimento di tali quantità di farmaci.
Il problema dei vaccini scaduti è una questione che si è manifestata fin dall'inizio della pandemia in Africa. In principio, l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) aveva assicurato che sarebbe stato il continente più colpito dalla pandemia. Secondo la Banca mondiale, il Covid avrebbe decimato gli africani e sarebbero stati vanificati due decenni di crescita economica. Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, aveva dichiarato che era "imperativo" un patto "globale di solidarietà con l’Africa". "Ci saranno milioni di morti – aveva detto –, saranno necessari almeno 3.000 miliardi di dollari". La Commissione economica dell’Onu per l’Africa aveva poi affermato che al continente servivano immediatamente 100 miliardi di dollari per far fronte all’emergenza e altri 100 da investire in incentivi, senza di che 1,2 miliardi di africani (in pratica quasi tutti) sarebbero stati contagiati e ne sarebbero morti non meno di 3,3 milioni nel primo anno della pandemia soltanto.
In risposta a tale situazione, non appena i vaccini Covid sono diventati disponibili, il continente africano ha ricevuto centinaia di milioni di dosi, principalmente attraverso la cooperazione internazionale e, in particolare, grazie al programma Covax. Quest'ultimo è stato implementato su iniziativa dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), permettendo ai Paesi più ricchi di donare vaccini direttamente o fornire contributi finanziari per l'acquisto, destinati alle nazioni con un reddito basso e medio basso. Secondo le stime dell'OMS, il continente africano aveva bisogno di 1,4-1,6 miliardi di dosi a doppia somministrazione. A partire da marzo 2021, l'OMS aveva annunciato l'arrivo imminente di 1,27 miliardi di dosi, di cui metà provenienti dal programma Covax.
Dopo la distribuzione dei primi 30 milioni di vaccini, è emerso il problema nell'implementare campagne di vaccinazione senza un significativo coinvolgimento di personale straniero. Questa sfida è principalmente dovuta alla grave carenza di risorse umane e strutture sanitarie, all'inadeguatezza delle infrastrutture nelle zone rurali e, in molte circostanze, all'insicurezza e all'impraticabilità di intere regioni a causa dei conflitti in corso.
Un esempio emblematico è la Repubblica Democratica del Congo, che conta solamente 0,07 medici ogni mille abitanti e affronta la presenza di numerosi gruppi armati nell'est del paese. Nonostante avesse ricevuto 1,7 milioni di dosi di vaccino dal programma Covax all'inizio di marzo 2021, il paese ha avviato il programma di vaccinazione solo il 19 aprile. Entro il 24 aprile, aveva vaccinato soltanto 1.265 persone. Di fronte a questa situazione critica, il 27 aprile ha annunciato il trasferimento del 75% dei vaccini, pari a 1,3 milioni di dosi, ad altri Stati africani, sperando che potessero utilizzarli in modo più efficiente e prima della scadenza.
Numerosi paesi africani si sono quindi trovati in una situazione simile, con un'elevata quantità di vaccini e la certezza di non poterli utilizzare tutti in tempo. Di conseguenza, ha preso avvio la distruzione delle dosi scadute. A questi fattori che hanno rallentato le campagne di vaccinazione, si è spesso aggiunta la scarsa motivazione delle popolazioni, minacciate e duramente colpite da altre malattie come malaria, Aids, tubercolosi, meningite ed Ebola, che non hanno percepito il Covid come una minaccia sufficiente da spingere le persone a recarsi nei centri di vaccinazione. Tali ragioni sono avvalorate dai dati che mostrano che, dall'inizio della pandemia fino ad oggi, i casi ufficiali di Covid nel mondo sono stati 701,6 milioni con 6,9 milioni di morti, mentre in Africa si contano 12,8 milioni di casi e 258.877 morti.
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