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Alaska, 11 navi russo-cinesi di fronte alle acque Usa, Washington invia 4 cacciatorpediniere a monitorare l'esercitazione

Esercitazione congiunta delle flotte russa e cinese davanti le acque dell'Alaska. Washington fa uscire cacciatorpediniere e P-8 Poseidon. Esercitazione conclusa alcune ore dopo

08 Agosto 2023

Alaska, 11 navi russo-cinesi di fronte le acque Usa, Washington manda 4 cacciatorpediniere a monitorare l'esercitazione

Fonte: Picryl

Il pensiero corre alla flotta inglese che risale il Potomac per assediare Washington e dare fuoco alla Casa Bianca, a quella spagnola davanti Cuba alla fine del 1800 o a quella Sovietica tra le stesse onde una sessantina d'anni dopo. Il pensiero, per molti degli uomini invisibili del potere americano, corre in questi giorni a Pearl Harbor. La memoria ha insegnato agli Stati Uniti quanto la vera, imprescindibile negli anni, minaccia alla propria autorità sia una flotta straniera davanti alle proprie coste. Nella giornata di domenica 6 agosto, rivelano fonti interne all'amministrazione, un contingente di 11 navi da guerra russo-cinesi, ha svolto un'imponente esercitazione al largo dell'Alaska, a poche miglia dalle acque Usa, nei pressi delle isole Aleutine.

Flotta russo-cinese in esercitazione di fronte alle acque dell'Alaska

"È una prima volta storica (considerando il numero di navi totali ndr). Dato il contesto della guerra in Ucraina e le tensioni intorno a Taiwan, questa mossa è altamente provocatoria". A commentare un'esercitazione che, pur essendo senza precedenti, non ha, di fatto, violato alcuna legge internazionale, è Brent Sadler, analista Senior presso l'Heritage Foundation, uno dei principali think tank statunitensi riguardanti la politica estera della Federazione. Continua Sadler: "La pattuglia è rimasta in acque internazionali e non è stata considerata una minaccia".

Nonostante le assicurazioni di Sadler riguardo all'assenza di reali minacce, grande attenzione è stata riservata dal Pentagono all'operazione a sorpresa. Sarebbero almeno quattro i cacciatorpediniere della Us Navy usciti dai porti dell'Alaska in missione di pattugliamento, coadiuvati da un numero imprecisato di P-8 Poseidon, velivoli da pattugliamento marittimo equipaggiabili con siluri per la caccia antisommergibile ed al naviglio di superficie. Nessuno incontro diretto, secondo quanto riportato dall'intelligence americana, tra la flotta congiunta russo-cinese e quella Usa, che è rimasta nelle proprie acque per tutta la durata dell'esercitazione conclusasi poche ore dopo essere iniziata. 

Non è affatto la prima volta che Mosca e Pechino si dedicano ad esercitazioni congiunte nelle acque del Pacifico. Sono numerose le notizie di operazioni di questo tipo rincorsesi negli ultimi mesi, tuttavia questa è la prima volta che ad essere tagliate dagli scafi dell'orso e del dragone non sono le acque limitrofe agli alleati occidentali dell'area (Giappone in primis), ma al patron in persona. Uno stato delle cose che dal campo vasto dei rapporti, e soprattutto degli equilibri, internazionali, si riflette nella particolarità della politica nazionale, con il Partito Repubblicano sul piede di guerra nei confronti del presidente Biden, accusato, in un momento in cui la storia del pallone spia cinese sui cieli degli stati centrali non è ancora caduta nella prescrizione della memoria, di "mollezza" nei confronti dei due principali avversari del Paese. Tema che, sicuramente, non mancherà di essere sollevato con insistenza nei prossimi mesi di campagna elettorale per le elezioni di midterm del 2024.

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