Sabato, 25 Ottobre 2025

Seguici su

"La libertà innanzi tutto e sopra tutto"
Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Terremoto, dall’Ue nessun soccorritore in Siria: “Serve ok di Damasco”. Al lavoro solo i soldati russi

Secondo il portavoce della Commissione europea, Eric Mamer, le squadre europee di soccorritori necessitano “del sostegno delle autorità sul posto”

07 Febbraio 2023

Terremoto,  dall’Ue nessun soccorritore in Siria: “Serve ok di Damasco”. Al lavoro solo i soldati russi

L’Unione europea, che si prodiga con soldi e armi per la causa dell’Ucraina, non ha ancora mandato soccorritori in Siria dopo il terremoto. Il motivo? Secondo il portavoce della Commissione europea, Eric Mamer, per poter mandare le squadre sul posto serve il permesso delle autorità di Damasco.

La Commissione Ue: “Siamo il principale donatore della Siria”. Ma adesso servono i soccorsi

“Le squadre dei soccorritori per lavorare sul campo in modo efficace hanno bisogno non solo dell’autorizzazione, ma anche del sostegno delle autorità sul posto, altrimenti è impossibile lavorare in maniera efficace e sicura”, ha spiegato Mamer. “Per questo lavoriamo su richiesta dello Stato. La richiesta di attivazione del Meccanismo europeo di protezione civile è stata richiesta dalla Turchia”, ha spiegato un altro portavoce della Commissione. “Ricordiamo che l'Ue è il principale donatore della Siria, dal 2011 a oggi ha devoluto 27 miliardi di euro, di cui 500 milioni solo l'anno scorso. E stiamo lavorando con i nostri partner umanitari sul campo per fornire l'assistenza necessaria”.

L’Ue, con la guerra in Ucraina, ha già dimostrano di poter prendere decisioni in maniera rapida

Sì. Ok. Il tempo, però, scorre. E l’Ue dovrebbe cercare di agire con la stessa rapidità e solerzia con cui, ormai da un anno, sostiene Kiev nella guerra con la Russia. Ma di soccorritori europei in Siria, al momento, non se ne vedono. Chi sta aiutando la popolazione locale, per ora, sono 300 soldati russi, che scavano sotto le macerie. Nel frattempo sale ancora il numero delle vittime delle scosse di terremoto in Turchia e Siria. Il bilancio, purtroppo ancora provvisorio, supera i 5mila morti con 3.549 decessi nel primo paese e 1.712 nel secondo. Cifre destinate inevitabilmente a salire, mentre si scava tra le macerie alla ricerca di sopravvissuti.  Ieri la Turchia è stata colpita da due scosse di terremoto di grado 7,7 e 7,6 nella provincia di Kahramanmaras e altre due scosse di grado 6,6 e 6,5 nella provincia di Gaziantep, nel sud est del Paese. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha dichiarato 7 giorni di lutto nazionale e le scuole di tutto il Paese rimarranno chiuse fino al prossimo 13 febbraio. Due terremoti, quattro scosse di grado compreso tra 6,4 e 7,7 hanno fatto tremare dieci diverse città in quello che Erdogan ha definito “il terremoto più disastroso dal 1938”.

Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.

Commenti Scrivi e lascia un commento

Condividi le tue opinioni su Il Giornale d'Italia

Caratteri rimanenti: 400

Articoli Recenti

x