06 Novembre 2022
Il caso dei licenziamenti da twitter di Elon Musk, nuovo patron della piattaforma, ha scalzato pure l'Onu che sul tema si è pronunciata inviando una lettera, e scrivendo al multimiliardario di "garantire il rispetto dei diritti umani". Circa la metà dei dipendenti sono stati licenziati da Musk, ben 3700 componenti, oltre ad aver azzerato il Cda, compresa la responsabile della policy che di fatto bannò Trump dalla piattaforma. Gli ex dipendenti hanno comunque già annunciato una class action presso il tribunale di San Francisco: un discorso che andrà per le lunghe.
L'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Volker Türk scrive che questo "non è un inizio incoraggiante", evidenziando che "Twitter fa parte di una rivoluzione globale che ha trasformato il modo in cui comunichiamo". E continua: "Come tutte le aziende, Twitter deve comprendere i danni associati alla sua piattaforma e adottare misure per affrontarli. Il rispetto dei nostri diritti umani condivisi dovrebbe stabilire le barriere per l'uso e l'evoluzione della piattaforma. In breve, vi esorto a garantire che i diritti umani siano centrali nella gestione di Twitter sotto la vostra guida", sottolinea l'Alto Commissario.
In particolare l'Alto Commissario mette nel mirino "i diritti alla privacy" e la "libertà di espressione nella misura del possibile". Per l'Alto Commissario "la libertà di parola non è un lasciapassare: la diffusione virale di disinformazione dannosa, come quella osservata durante la pandemia di Covid-19 in relazione ai vaccini, provoca danni nel mondo reale. Twitter ha la responsabilità di evitare di amplificare i contenuti che danneggiano i diritti di altre persone". Diversi i toni d'allarme alzati in tempi recenti anche dai democratici.
Sul social intanto arriva la prima svolta: la spunta blu che identifica solitamente un personaggio pubblico, sarà a pagamento. Costerà 8 dollari al mese ed ha già inevitabilmente attirato le prime critiche, una tra tutte la democratica Alexandra Ocasio-Cortez. Dal social intanto hanno già cominciato a fuggire diversi utenti, rifugiandosi su Mastodon, un social che esiste sin dal 2016 e che – a quanto pare – nelle ultime settimane fa registrare una crescita significativa. Simile a Twitter, nella sua costruzione.
Di Ivan Vito
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia