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Ungheria, il Parlamento europeo la boccia col 77% dei voti su proposta dei Verdi: "Autocrazia elettorale"

433 deputati a favore e 123 contrari. Lega e Fdi votano contro, mentre al Paese di Orban vengono contestate scorrettezze verso i diritti dei minori

15 Settembre 2022

Ok dell’Europarlamento al rapporto di condanna all’Ungheria: «Non è più una democrazia». FdI e Lega in difesa di Orban

L'Ungheria non è più una democrazia. Anzi, è un'autocrazia elettorale. È questa la sentenza che arriva dal Parlamento Europeo che vota favorevolmente un rapporto di condanna al Paese di Orban, cui il Paese viene definito una "minaccia sistemica". La relatrice dei Verdi Gwendoline Delbos-Corfield è netta su questo punto: "Le conclusioni della relazione sono chiare e inequivocabili: l’Ungheria non è più una democrazia". 433 deputati a favore e 123 contrari, con il 77% che si è espresso favorevole al rapporto di condanna. Lega e Fdi con i rispettivi gruppi hanno votato contro.

Ungheria non più democrazia. Lo ha scelto il Parlamento Europeo

"Era fondamentale che il Parlamento prendesse posizione, tenendo conto dell’urgenza e della gravità degli attacchi contro lo Stato di diritto in Ungheria. Oltre a riconoscere la strategia autocratica di Fidesz (il partito guidato da Viktor Orban, che oggi nel Parlamento è tra i Non Iscritti dopo essere uscito dal Ppe, ndr), una grande maggioranza dei deputati sostiene questa posizione, che è una prima assoluta per il Parlamento. Dovrebbe essere un campanello d’allarme per Commissione e Consiglio”.

I temi più dibattuti che hanno fatto accendere il dibattito sono: l’indipendenza della magistratura, la corruzione, i conflitti di interesse, la libertà di espressione, il pluralismo dei media, i diritti delle persone Lgbt, i diritti dei minori, dei migranti e dei richiedenti asilo. Oltre che del funzionamento del sistema elettorale e costituzionale. Per quanto riguarda quest'ultimo nel Paese di Orban ci sarebbe una sorta "autocrazia elettorale" in cui si tengono le elezioni ma non vengono rispettati gli standard democratici.

Sull'Ungheria aleggia anche l'ombra del taglio dei fondi che spettano al Paese: 15,7 miliardi. Questo perchè le norme vigenti nel Paese non consentiscono garanzie contro abusi e corruzione. I deputati inoltre spingono l'Ue ad ampliare l'articolo 7 del Trattato  che non richiede l’unanimità degli Stati membri per riconoscere l'esistenza di un grave rischio di danno ai valori della Ue né per formulare raccomandazioni concrete o per fissare scadenze: in caso di ritardi si arriverebbe "a una violazoine dello stato di diritto da parte del Consiglio stesso".

Ue considerata "inattiva" sul dossier Ungheria. Bruxelles avrebbe "peggiorato le cose" e la pressione esercitata sul taglio dei fondi avverrà "finché il Paese non si allineerà alle raccomandazioni dell’Ue e alle decisioni della giustizia comunitaria".

Ungheria, su aborto sentire il battito del feto

Il capitolo riguardante i diritti dei minori in particolare potrebbe fare parte di una nuova norma varata in Ungheria. Dove di fatto, le donne che chiedono l'aborto sono obbligate ad ascoltare "il battito cardiaco del feto". Le autorità sanitarie dovranno mostrare  “in modo chiaramente riconoscibile” un segno delle funzioni vitali del feto, qualora vi fosse. "Quasi due terzi degli ungheresi associano l’inizio della vita di un bambino al primo battito cardiaco“, ha dichiarato il ministro degli interni Sandor Pinter.

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