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Guerra in Ucraina, Mosca avverte gli Usa: "Se date i missili siete in guerra"

Se Kiev guadagna 6 mila km di terreno e i giornali titolano di una Russia arrendevole e pronta a trattare, Mosca avverte gli Usa senza mezzi termini: "Se fornite Kiev dei missili voi siete in guerra con la Russia"

15 Settembre 2022

Putin

Fonte: lapresse.it

Dopo la riconquista da parte ucraina dei territori a sud, precedentemente conquistati dai russi, c'è chi ha visto Mosca pronta a un tavolo di trattative. Ma proprio ieri sera l'ambasciatore russo in America ha dichiarato a Sputnik che: "Se gli Usa dovessero dare armi a Kiev, in particolari i missili, sarebbero in guerra con la Russia". Altro che tavolo di trattative, il conflitto si allarga.

Guerra in Ucraina, Mosca pronta a un tavolo di trattative?

Gli USA hanno già rifornito Kiev di 1,8 miliardi di dollari nei mesi precedenti per poter far fronte alla guerra. Anche la Gran Bretagna ha dato 1,8 miliardi di sterline e tanti altri paesi sono pronti ad elargire ulteriori fondi per sostenere Kiev nel suo conflitto. Eppure, dopo che Mosca ha perso 6000 km quadrati di terreno conquistato faticosamente nei primi mesi di guerra e, soprattutto, durante gli ultimi giorni in cui avrebbe dovuto consolidare le conquiste di città come Kherson, che pochi giorni prima sventolavano il tricolore russo.

E mentre tutti i giornali titolavano di una possibile resa di Mosca, capace di sedersi al tavolo delle trattative per lenire le ferite inferte dall'esercito di Kiev, l'ambasciatore russo negli USA, Anatoly Antonov, ha dichiarato senza mezzi termini che: "Se Kiev ottenesse" i missili a lungo raggio che ha richiesto agli Stati Uniti, "grandi città russe, oltre che infrastrutture industriali e dei trasporti, ricadrebbero nell'area di possibile distruzione. Uno scenario del genere significherebbe un diretto coinvolgimento degli Stati Uniti in un confronto militare con la Russia. Particolarmente preoccupante è il fatto che da molti mesi l'Ucraina sollecita la fornitura di missili tattici operativi Atacms, progettati per colpire obiettivi a una distanza massima di 300 km".

Ucraina, Zelensky: "Ucraina o morte, avanti fino in Crimea"

Intanto Zelensky, che ieri sera ha avuto un incidente stradale, ha cominciato a incoraggiare le sue truppe a Izyum, il più importante dei centri riconquistati dalla controffensiva nella regione di Kharkiv: "Prima, quando guardavamo in alto, cercavamo sempre un cielo blu. Oggi, quando guardiamo in alto, cerchiamo solo una cosa: la bandiera dell'Ucraina. Il nostro giallo-blu sventola già a Izyum liberata. E così sarà in ogni città e villaggio ucraini. Ci stiamo muovendo in una sola direzione: avanti e verso la vittoria".

Zelensky tradisce il suo messaggio anche nel look, la solita mimetica e sulla spalla una scritta: "Ucraina o morte". Un atteggiamento veramente poco conciliativo anche verso Mosca, per cui dove esattamente i giornali occidentali avrebbero letto la possibilità di una trattativa o di una conciliazione?

Per completare Zelensky ammette che andrà avanti finché non recupererà Kherson a sud ed anche le zone del Donbass e la Crimea che invece erano state inserite nei protocolli di Minsk: "Il mio messaggio è che torneremo. Non importa quello che i residenti dei territori occupati hanno sentito in questi otto anni dalla tv di propaganda. Non importa per noi. Lo sappiamo che la verità è dalla nostra parte. Non so quando accadrà. Nessuno lo sa. Verremo perché questa è la nostra terra e la nostra gente".

Ucraina, Guterres (Onu) e Joe Biden: "Siamo lontani dalla pace"

Ma il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres frena gli entusiasmi. "Ho la sensazione che siamo ancora lontani dalla pace in Ucraina, mentirei se dicessi che può accadere a breve. Le possibilità di un accordo di pace ora sono minime", ha detto dopo una telefonata con Vladimir Putin, incentrata anche sull'emergenza alla centrale nucleare di Zaporizhzhia e la crisi del grano. Scholz, che l'aveva sentito ieri, è stato ancora più chiaro: "Purtroppo non posso dire che il presidente russo abbia maturato l'idea che iniziare la guerra sia stato un errore, e non ha accennato al fatto che cambierà atteggiamento".

E anche il presidente americano Joe Biden ha predicato prudenza: "È chiaro che gli ucraini hanno fatto progressi significativi. Ma sarà un lungo cammino". Intanto emergono ricostruzioni sul fatto che Putin respinse un'offerta per fermare l'invasione ai primi di marzo. L'inviato russo per l'Ucraina Dmitry Kozak - ha scritto la Reuters citando "tre persone vicine alla leadership russa" - raggiunse all'epoca un accordo con Kiev che prevedeva la rinuncia ad entrare nella Nato. Kozak, nato ucraino, avrebbe detto a Putin che a suo giudizio l'intesa raggiunta rendeva inutile l'operazione militare. Ma nonostante in un primo momento avesse appoggiato i negoziati, il presidente russo giudicò insufficienti le concessioni di Kiev, dicendo che aveva ormai ampliato i suoi piani con l'obiettivo di annettere parti del territorio ucraino. L'accordo fu quindi lasciato cadere. "Fake news", le ha liquidate il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov quando gli è stato un commento.

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