05 Settembre 2022
Il regime di Vladimir Putin ha sempre avuto un rapporto difficile coi giornalisti. Numerosissimi i casi di giornalisti fatti uccidere, avvelenati, arrestati, o costretti all'esilio, per avere attaccato Putin o i suoi fedelissimi (in particolare, il signore della guerra Kadyrov, leader dei ceceni). Una vicenda triste a cui si aggiunge un nuovo capitolo: la revoca della licenza giornalistica a Novaya Gazeta, giornale indipendente noto per le sue inchieste critiche contro il regime. Se già in passato ben sette giornalisti di questa testata erano stati uccisi, solo oggi Mosca ha ritenuto di dovere chiudere una volta per tutte questa "scomoda" esperienza in virtù della posizione critica sulla guerra in Ucraina. La notizia, riportata dal giornale stesso, è stata lanciata dall'agenzia Ria Novosti.
Il giornale era celebre per le sue inchieste su temi caldissimi, coinvolgendo scandali e personaggi che riguardano il regime. Il direttore Dmitry Muratov, nel 2021, è stato insignito del premio Nobel per la pace in virtù della strenua difesa della libertà di stampa in un paese in cui, tristemente, questa libertà non è affatto garantita.
In seguito alla "operazione speciale", il controllo del regime sull'informazione è divenuto ancora più stretto, conducendo all'arresto di diversi oppositori. Novaya Gazeta, già a marzo, aveva deciso di sospendere le pubblicazioni come protesta silenziosa. per l'aggressione militare all'ucraina. Non si capisce esattamente come, durante questo silenzio-stampa auto-imposto, il giornale possa essere stato di ostacolo allo stato russo: evidentemente, la protesta silenziosa deve essere stata sufficiente a indispettire il Cremlino. Il Roscomnadzor, l'organo statale per il controllo dei media, ha dunque deposto per la revoca della licenza giornalistica. La sentenza è stata confermata dal tribunale Basmanny, che sta cercando anche di far chiudere il sito e la rivista stampata lanciata a luglio. Muratov ha annunciato che la decisione del tribunale "non ha alcuna base legale" e ha promesso di contestarla.
La morte di Gorbachev, che aveva patrocinato la fondazione del giornale e forse utilizzava la sua influenza per proteggerlo, deve essere stata decisiva nel permettere al governo russo di agire, apponendo un ulteriore chiodo sulla bara in cui è seppellita l'informazione indipendente in Russia.
Il giornale, ci fa sapere la redazione, continuerà ad agire dall'Europa.
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