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Gazprom riduce la fornitura di gas a Eni? Colpa della Germania e delle sanzioni

Secondo i maggiori tabloid, Gazprom ha ridotto la fornitura ad Eni del 15% dopo il taglio del 40% di ieri e lo avrebbe fatto "senza spiegazioni". Tutto vero? Le sanzioni alla Russia bloccano le forniture delle aziende tedesche alla Gazprom. Ecco cosa aveva detto invece ieri il colosso russo

15 Giugno 2022

Gazprom riduce la fornitura di gas a Eni "senza spiegazioni"? La verità è nella rottura

Come ogni giorno i quotidiani nazionali aprono con notizie raccontate in maniera distorta, in riferimento alla riduzione di gas da parte di Mosca: "Gazprom taglia il gas all'Italia senza una spiegazione". Niente di meno. In realtà se fossero stati un po' più attenti, era di ieri la notizia della rottura di una turbina che aveva reso necessario ridurre il gas prima del 40%. Ed è di oggi invece la comunicazione che Gazprom taglia del 15% la fornitura ad Eni. Lo citano, ma giusto come trafiletto. La notizia centrale è la mancanza di spiegazioni da parte del colosso russo.

Gazprom riduce la fornitura di gas a Eni: come funzionano gli impianti

A causa delle sanzioni l'impresa tedesca Siemens che era impegnata nella costruzione del Nord Stream 2 e che non potrà più terminarlo a causa del fatto che non potrà consegnare la componentistica necessaria alla manutenzione.

Ma il problema non si riflette soltanto sul gasdotto Nord Stream 2, bensì anche a quello esistente che attualmente approvvigiona l'Europa. Incredibilmente i mainstream fomentano l'opinione pubblica contro il colosso russo, reo di aver compromesso irrimediabilmente la nostra economia, quasi addebitando al caro energia le pozzanghere economiche create da una cattiva gestione finanziaria degli ultimi mesi.

Con l'eccezione dell'Huffington Post, nessun grande giornale intende notiziare l'annuncio che la Gazprom si è trovata a dover dare ieri: "Le consegne di gas tramite il gasdotto Nord stream possono essere garantite solo fino a un volume di 100 milioni di metri cubi di gas al giorno invece dei previsti 167 metri cubi".

Si tratta di una riduzione del 34,5% già dichiarata nella giornata di ieri e che oggi, evidentemente dopo lavori di manutenzione fatti molto rapidamente, si riduce ad un 15% che la Gazprom ha immediatamente comunicato ad Eni. In tutta evidenza questa comunicazione va collegata a quella di ieri sera e relativa alla "mancanza di componentistica per la manutenzione" che un impianto di erogazione e distribuzione di gas necessita. Lo sapevano benissimo all'interno del Ministero che le sanzioni avrebbero danneggiato gli impianti russi e sapevano benissimo che proprio per questo la Russia non avrebbe mai potuto dismettere la totalità di erogazione di gas verso l'Europa. Sapevano altrettanto bene che la società di rifornimento del materiale per la manutenzione del gasdotto era tedesca e che una gran parte della compagine del CdA della Gazprom è proprio collegata a Berlino dove il colosso ha una partecipata.

Non è l'unica menzogna raccontata dai mass media italiani, l'altra ad esempio ieri è stata relativa al viaggio in Israele della Presidente del Consiglio Mario Draghi che, secondo i maggiori quotidiani, si sarebbe impegnato ad incontrare una comunità tricolore all'interno del tempio di Gerusalemme. Un tour verso "il muro del pianto" delle trattative, per poter così ripristinare la pace portando al tavolo delle trattative il teppistello di MoscaVladimir Putin. Peccato che mentre tutti titolavano in questo modo, i giornali d'oltreoceano, smaliziati, parlavano di un accordo con Israele per aprire a nuove forniture di gas così da tessere nuovi accordi col paese che è chiamato più di qualunque altro all'interno delle trattative: Israele appunto.


Serviva una mossa forte per portare sul polo filo-atlantico Israele che conta in Russia moltissimi ebrei capaci, almeno in teoria, di condizionare il Cremlino. Dal canto suo Mosca adesso è in grado di condizionare il Nord Africa perché detiene la maggior parte del grano destinato a questi paesi.

L'approccio di Mario Draghi al conflitto internazionale in Ucraina è stato quello di guidare le sanzioni. La lettura di un Draghi pronto ad aprire i tavoli delle trattative era veramente difficile da credere e così, sbugiardato dai giornali di mezzo mondo, oggi racconta dell'accordo con Israele per un gasdotto della pace.

di Maria Melania Barone

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