27 Aprile 2022
Scandalo in Gran Bretagna: due deputati sono stati becchati mentre guardavano un video porno in Parlamento. Sta suscitando grande scandalo nel Regno Unito la notizia riportata dal quotidiano inglese Daily Mirror, secondo cui due deputati del Partito conservatore del premier Boris Johnson sono stati beccati in aula a Westminster mentre guardavano un video a luci rosse durante i lavori parlamentari. Una di quelle notizie pruriginose, destinate a fare subito il giro del web e dei social, cosa che infatti è avvenuta. Non si conosce, almeno per il momento, l'identità dei due ingenui politici, anche se dalle prime informazioni pare che quantomeno uno dei due rivesta un ruolo di governo come ministro o sottosegretario.
Stando a quanto si apprende, i due uomini sono stati denunciati dalle colleghe parlamentari nonché compagne di partito che erano sedute nei banchi vicini, allibite e sconcertate da un comportamento così inopportuno. Ad aggravare la situazione, l'insinuazione che almeno per il membro dell'esecutivo non si sia trattato di una bravata isolata: avrebbe guardato filmati a luci rosse in almeno due occasioni, alla Camera dei Comuni e in Commissione.
L'episodio non poteva passare inosservato a Westminster, il Parlamento più antico e prestigioso al mondo. Così lo speaker della Camera dei Comuni, Sir Lindsay Hoyle, l'equivalente italiano del presidente della Camera dei Deputati, ha avviato un'indagine interna per risalire ai responsabili. Secondo fonti del Times, un altro giornale inglese, una deputata avrebbe tentato anche di fare una foto ai due, senza riuscirci.
Non è un periodo facile per la politica britannica. Impegnata in modo molto determinato contro la Russia dopo l'invasione dell'Ucraina, spesso è distratta quando si tratta di risolvere i problemi e gli scandali interni, che sono tanti. Due settimane fa, ad esempio, il deputato Imran Ahmad Khan, anche lui conservatore, si è dovuto dimettere per uno scandalo giudiziario riguardante presunte molestie sessuali.
Il parlamentare, omosessuale, è stato condannato in primo grado per aver molestato un ragazzo di 16 anni durante una festa, 11 anni fa. L'esito processuale si è ritorto contro un suo collega, Crispin Blunt, anche lui gay, che si era schierato in sua difesa sostenendo che il procedimento fosse "l’ennesima caccia alle streghe contro la comunità omosessuale". Accuse che, dopo il pronunciamento del giudice, gli si sono ritorte contro suscitando aspre polemiche.
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