18 Marzo 2022
(Fonte: Mauro Scrobogna /LaPresse 27-10-2011)
Massimo Calearo, uno dei principali imprenditori italiani, parla del conflitto Russia Ucraina e delle sue conseguenze economiche con Marco Antonellis che lo intervista per Il Giornale d’Italia: “Necessario trovare qualche forma di Unione che faccia la differenza in questa follia della guerra. Per l’imprenditoria, il Made in Italy e la vivacità dell’imprenditore tirano ancora le redini del nostro Paese”
Come vedi la situazione da un punto di vista economico?
Credo che sia una situazione drammatica. Qualche mese fa parlando con un collega ci siamo detti che siamo usciti dalla pandemia, ma ora abbiamo il progetto problema dei chip che non si riescono a trovare. I nostri clienti che sono le industrie automobilistiche hanno problemi di consegne, perché sprovvisti di chip. Mai avremmo pensato che sarebbe arrivata la guerra. Inoltre, ci sono poi aziende nell’industria automobilistica che avevano fornitori sia in Ucraina e in Russia e in questo momento sono praticamente fermi. A questo si aggiunge la pandemia che sta riprendendo piede in Cina: siamo in una situazione veramente da “Arca di Noè”.
Quale mossa che si può fare per attenuare il danno?
Esiste il discorso del caro carburante per cui è necessario abbassare le accise, altrimenti si ferma il Paese. Spostandosi di poco nei paesi limitrofi In Italia, vediamo che il costo della benzina è molto più basso dell’Italia. Ridurre le accise è un’operazione che va fatta immediatamente. Inoltre, siamo un po’ legati a una situazione mondiale, perché ormai abbiamo preso le cose peggiori del sistema e abbiamo perso invece quella italianità che ci contraddistingueva. Per questo, noi stiamo pensando di fare una operazione proprio nel settore dell’automotive e delle telecomunicazioni a livello di boutique italica, lasciando da parte i grandi numeri. Il made in Italy tira ancora le nostre redini della nostra tecnologia insieme alla vivacità tipica dell’imprenditore italiano.
Da imprenditore, che consigli daresti in questa fase?
È necessaria una forte unità che ad oggi non vedo. Anche all’interno delle forze politiche non c’è un leader, lo stesso governo è in difficoltà e l’Europa che in alcuni momenti è unita e in altri momenti meno. Alcuni Paesi si fanno i fatti propri, sono solo altri due o tre quelli che contano. Si sente spesso parlare di Francia, Germania Inghilterra e Italia, ma poco degli altri. Dobbiamo riscoprire la mediterraneità: ci sono paesi come Francia, Spagna, il Portogallo l’Italia in parte la Grecia che possono avere degli interessi diversi dai paesi frugali. Non hanno i nostri mari e luoghi ma vivono in prossimità di laghi e foreste, con una cultura molto diversa dalla nostra millenaria. È necessario trovare qualche forma di Unione che faccia la differenza in questa follia. Nel 2022 pensare alla guerra è un salto all’indietro che nessuno si sarebbe mai aspettato, soprattutto con un popolo di guerrieri come gli ucraini e Putin a capo della Russia.
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