25 Febbraio 2022
Vladimir Putin (foto LaPresse)
C'è chi lo definisce pazzo. Chi ritiene che abbia deciso di invadere contro il parere anche dei suoi collaboratori e a causa di un cervello obnubilato da un lungo contagio di coronavirus e dalla paranoia risultante dal caso Navalny e dalle proteste dello scorso autunno, quando avrebbe addirittura temuto qualche piano esterno che avrebbe potuto fargli perdere il potere. In realtà, però, la guerra in Ucraina avviata da Vladimir Putin affonda le radici in una serie di eventi e sviluppi degli ultimi anni e decenni. Non si tratta di una giustificazione di qualcosa di ingiustificabile, ovvero violare l'integrità territoriale di uno stato sovrano attaccano obiettivi militari e civili, ma serve approfondire un attimo il contesto che ha portato ai tragici sviluppi ai quali stiamo assistendo.
La "logica", o l'illogicità, dietro l'invasione russa è la seguente: l'Ucraina doveva restare uno stato-cuscinetto. E la Nato non può continuare a spingersi a est come ha fatto negli ultimi decenni. Per questo va letta la dichiarazione con la quale Putin ha anticipato l'avvio dell'invasione.
"Vorrei sottolineare ancora una volta che l’Ucraina per noi non è solo un paese vicino: è una parte inalienabile della nostra storia, della nostra cultura e del nostro spazio spirituale. Da tempo immemorabile, le persone che vivono nel sud-ovest di quella che storicamente è stata la terra russa si chiamano russi e cristiani ortodossi. Era così prima del XVII secolo, quando una parte di questo territorio si è riunito allo stato russo, e poi dopo. L’Ucraina moderna è stata interamente creata dalla Russia o, per essere più precisi, dalla Russia bolscevica e comunista. Questo processo iniziò praticamente subito dopo la rivoluzione del 1917, e Lenin e i suoi compagni lo portarono avanti in un modo che risultò estremamente duro per la Russia – separando quella che è storicamente terra russa. Poi, prima e dopo la Grande guerra patriottica, Stalin incorporò nell’Urss e trasferì all’Ucraina alcune terre che appartenevano a Polonia, Romania e Ungheria. Diede alla Polonia parte di ciò che tradizionalmente era terra tedesca come compensazione, e nel 1954, Krusciov tolse la Crimea dalla Russia dandola all’Ucraina. E’ così che si è formato il territorio della moderna Ucraina".
Ancora. "L’Ucraina non ha mai avuto tradizioni stabili di vera statualità e quindi ha optato per emulare stupidamente modelli stranieri, che non hanno alcuna relazione con la storia o le realtà ucraine. La cosiddetta scelta civile filo occidentale fatta dagli oligarchi ucraini non era e non è finalizzata a creare condizioni migliori nell’interesse del benessere della gente, ma a mantenere i miliardi di dollari che gli oligarchi hanno rubato agli ucraini e che tengono nei loro conti nelle banche occidentali".
Appare chiaro, anche di fronte agli sviluppi delle ultime ore, il disegno di Putin: instaurare un governo fantoccio che non sia filo occidentale come quello di Zelensky. Per questo ha addirittura chiesto all'esercito ucraino di rivoltarsi contro il suo governo nell'ennesima mossa retorica di questi giorni. Putin non nasconde di essere un nostalgico dell'Unione Sovietica: "La disintegrazione del nostro paese unito è stata causata dagli errori storici e strategici dei leader bolscevichi e della direzione del Partito comunista, errori commessi in momenti diversi nella costruzione dello stato. Il crollo della Russia storica conosciuta come Urss è sulla loro coscienza", ha detto tra le altre cose.
Evidente che il suo sogno sia quello di tornare alla cortina di ferro, come peraltro svelato da Dmitrij Suslov, che dirige il Centro di Studi europei e internazionali presso la Scuola Superiore di Economia di Mosca. Una visione del mondo forse passata ma che nell'ottica di Putin ha una logica stringente: l'occidente e gli Stati Uniti non hanno rispettato i patti e ci hanno messo con le spalle al muro. Per questo, pensa Putin, dobbiamo per forza di cose reagire e ricreare la nostra sfera di influenza.
L'Ucraina, secondo i taciti accordi della fine della guerra fredda doveva appunto restare uno stato-cuscinetto. I movimenti degli ultimi anni hanno però fatto pensare il contrario. Non solo, il flirt di Svezia e Finlandia, tradizionalmente non allineate, con l'ingresso nella Nato e persino il bussare alla porta di Moldova e Georgia ha convinto Putin che ci fosse un piano occidentale per soffocare definitivamente non solo la sua sfera di influenza ma il suo sistema di potere.
Da qui l'azione. Ingiustificabile, imperdonabile. Ma con una sua tragica logicità.
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