15 Dicembre 2025
Trump e Netanyahu, fonte: Wikipedia
I media israeliani sono in stato di allerta per la nuova Strategia di sicurezza nazionale presentata dagli Stati Uniti, temendo un disimpegno americano nei confronti dello Stato Ebraico. Tel Aviv ha denunciato infatti di essere stato menzionato solamente "6 volte" nel documento Usa, deducendo quindi un "abbandono geopolitico" da parte del suo più grande alleato.
La nuova Strategia di sicurezza nazionale statunitense, presentata all’inizio di dicembre dalla Casa Bianca, ha provocato forti reazioni in Israele, dove i media hanno osservato con preoccupazione il fatto che il documento “rarely mentions Israel”, ovvero cita lo Stato ebraico in modo molto limitato rispetto alle precedenti versioni della dottrina di politica estera americana.
Nel testo, riferito alle priorità globali degli Stati Uniti, Israele appare solo sei volte e solo due volte nel contesto diretto della sicurezza nazionale, un dato che per molti osservatori israeliani è sintomo di un cambio di paradigma nell’alleanza tra Washington e Tel Aviv. In particolare, nella sezione “What Do We Want In and From the World?” uno dei pochi punti dedicati al Medio Oriente afferma che gli Stati Uniti cercano "di prevenire che una potenza avversaria domini il Medio Oriente, le sue forniture di petrolio e gas e i punti di strozzatura attraverso cui esse transitano, evitando al contempo le 'guerre infinite' che ci hanno impantanato in quella regione a costi enormi”.
I principali quotidiani israeliani come The Jerusalem Post hanno sottolineato il linguaggio sobrio e poco centrato su Israele, notando come ciò stia alimentando preoccupazioni sulla possibile diminuzione dell’impegno statunitense nella regione. Su Ynet, un importante media online, si evidenzia che la strategia potrebbe segnalare “un ridotto coinvolgimento degli Stati Uniti in Israele e nel Golfo”, con potenziali ripercussioni sugli equilibri regionali e sulla percezione di sicurezza tra gli alleati.
Anche analisti esterni al Medio Oriente interpretano il documento come un pivot strategico verso il continente americano: la nuova strategia accentua l’importanza della difesa dell’emisfero occidentale e di limitare l’impegno in conflitti lontani, un orientamento che si discosta dalle dottrine più interventiste del passato.
Per Israele, che da decenni basa buona parte della sua sicurezza sulla cooperazione e protezione statunitense, una minore enfasi nella strategia di Washington potrebbe essere vista come un segnale di allontanamento o di ridefinizione del rapporto bilaterale. Alcuni esperti suggeriscono che il documento rifletta l’intento americano di limitare l’impegno diretto in Medio Oriente, favorendo un ruolo più bilanciato tra alleati regionali e partner locali, pur mantenendo cooperazione in settori prioritari come la difesa contro l’Iran e la sicurezza marittima.
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