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‘George Herbert Bush, “Il’ - non ‘un’ - gentiluomo a White House

A proposito della reale ‘consistenza’ dei Presidenti americani ho concluso che nessuno tra loro quanto a naturale signorilità, educazione, grazia e virile gentilezza sia stato all’altezza di George Herbert Bush

08 Gennaio 2022

‘George Herbert Bush, “Il’ - non ‘un’ - gentiluomo a White House

Fonte: wikipedia

Riflettevo poco fa a proposito della reale ‘consistenza’ dei Presidenti americani e ho concluso che nessuno tra loro quanto a naturale signorilità, educazione, grazia e virile gentilezza sia stato all’altezza di George Herbert Bush.
Grande altresì come politico, il più preparato di sempre con un curriculum anche personale straordinario, eccellente in politica estera (ebbe a che fare nientemeno che con la caduta del Muro di Berlino e le sue prime conseguenze che regolò benissimo, anche se, naturalmente, a distanza di tre e passa decenni - cascata di accadimenti ovviamente di difficilissima se non impossibile previsione e di dimostrate inadeguatezze di almeno un paio di successori - qualche crepa nei rapporti con Cina e Russia appare), fu battuto nel 1992 non da Bill Clinton ma dal ‘terzo uomo’ Ross Perot, nel medesimo ambito politico concorrente.
Lasciò al successore - col quale aveva subito cercato e trovato un più che rispettoso, cordiale, colloquio - sulla scrivania queste parole:
“Caro Bill,
proprio adesso, entrando in questo ufficio, ho provato la stessa sensazione di meraviglia e rispetto che avevo vissuto quattro anni fa.
So che la sentirai anche tu.
Ti auguro di essere felice qui.
Io non ho mai sofferto quella solitudine che altri presidenti hanno descritto.
Verranno momenti difficili, resi ancor più difficili dalle critiche che percepirai come sleali.
Non sono bravo a dare consigli.
Ma non lasciare che queste critiche ti scoraggino o che ti spingano fuori strada.
Quando leggerai questa mia nota tu sarai il nostro Presidente.
Ti auguro il meglio.
Auguro il meglio alla tua famiglia.
Il tuo successo adesso è il successo del nostro Paese.
Faccio il tifo per te.
Buona fortuna.
George”.
Capolavoro di eleganza appartenente e non solo di una politica definibile ‘tout court’, come si è superficialmente detto, “di un altro tempo”.
In una precedente circostanza, capace di un understatement inimitabile, essendo stato male in modo preoccupante durante un pranzo ufficiale in Giappone, ripresosi, disse “Volevo attrarre un po’ di attenzione!”
Averne.
Chapeau!

Di Mauro della Porta Raffo - Presidente onorario della Fondazione Italia USA

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