19 Giugno 2021
Ebrahim Raisi (fonte: Facebook)
Arrivano i primi risultati delle elezioni presidenziali 2021 in Iran: secondo i dati appena pubblicati dal Ministero degli Interni a essere in testa è l'ultraconservatore Ebrahim Raisi che, secondo quanto riporta l'agenzia Mehr, al momento è in netto vantaggio con "17.800.000 voti". Seguono in ordine Mohsen Rezaei con "3.300.000 voti", Abdolnaser Hemmati "con 2.400.000" e Ghazizadeh con "un milione" di preferenze. Secondo il Ministero inoltre a essersi recati alle urne sono stati 28.600.000 elettori su oltre 59 milioni di cittadini aventi diritto.
"Mi congratulo con il popolo" ha detto intanto il presidente iraniano Hassan Rohani senza però fare ancora ufficialmente il nome di Ebrahim Raisi. "Le mie congratulazioni ufficiali arriveranno più tardi, ma - ha precisato - è chiaro chi è stato eletto. Se Dio vorrà, il nuovo eletto assumerà la presidenza entro 45 giorni".
Ma chi è Ebrahim Raisi, l'uomo che, con ogni probabilità, sarà a capo dell'Iran? Ultraconservatore, il politico che ora è in testa con il 62% dei voti è nato a Mashhad il 14 dicembre 1960. Il nome completo è Sayyid Ebrahim Raisol-Sadati e nel 1981 è stato nominato procuratore di Karaj ed in seguito anche di Hamadan, ricoprendo entrambi gli incarichi. Quattro mesi dopo è arrivata la nomina di procuratore della provincia di Hamadan.
Nel 1985 è stato poi Vice-procuratore di Teheran e si è trasferito nella capitale. Dal 2019, dopo essere stato Procuratore Generale, Vicepresidente della Corte Suprema e Capo dell’Ufficio Nazionale di Ispezione, è diventato Presidente della Corte Suprema. Raisi ha fatto parlare di sé perché ritenuto da molti come uno dei responsabili delle esecuzioni dei prigionieri politici iniziate nel luglio del 1988 e durate oltre cinque mesi.
Tali uccisioni - che sono state definite come "un atto di violenza senza precedenti nella storia iraniana" - secondo le stime, variano da un minimo di 8.000 a 30.000. Le esecuzioni hanno riguardato in particolar modo i membri dei Mujaheddin del popolo iraniano, prigionieri politici di organizzazioni di sinistra come il Tudeh e uomini del Partito Comunista Iraniano.
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