20 Dicembre 2025
"C’è un momento preciso in cui un collaboratore smette di sentirsi un 'numero di matricola' e inizia a percepirsi come parte di un progetto condiviso: è quando si accorge che l’azienda sta guardando dove guarda lui, oltre l’orizzonte del prossimo trimestre. Cosa trattiene davvero i talenti in un’organizzazione? Raramente solo la retribuzione immediata. Più spesso, è quella che definiamo l’architettura invisibile del valore: strumenti che restano in sottofondo, ma comunicano una cura autentica per il futuro delle persone. La previdenza complementare è uno di questi strumenti. E sta cambiando pelle". Lo ha detto Maurizio Grifoni, Presidente di Fon.Te., il Fondo Pensione del Terziario, in merito al ruolo strategico della previdenza complementare nella relazione tra imprese e lavoratori.
Le sue parole
"Nel mio lavoro quotidiano - ha aggiunto - alla guida di Fon.Te., vedo questa trasformazione da vicino. Un fondo pensione non è una voce burocratica da inserire nel pacchetto retributivo: è un ponte generazionale, uno strumento di cittadinanza economica. Per un venticinquenne al primo impiego, significa scoprire che 100 euro versati oggi possono diventare un piccolo patrimonio tra trent’anni — una lezione di libertà finanziaria che spesso solo l’ecosistema aziendale rende possibile. Per un professionista senior, è il riconoscimento tangibile di una carriera che merita continuità e protezione. Con l’auspicabile riforma del silenzio-assenso, questa riflessione diventa ancora più urgente. Molti lavoratori entreranno automaticamente nella previdenza complementare. La differenza la farà chi saprà trasformare quell’automatismo in una costruzione consapevole di valore e di valori, accompagnando i lavoratori con informazione e formazione".
Per il Presidente: "Il vantaggio fiscale resta concreto e condiviso tra azienda e lavoratore. Ma il vero valore è un altro: trasformare il “patto lavorativo” in un “patto di tutela”. Quando un’azienda si prende cura del domani dei suoi collaboratori, sta dando stabilità al proprio presente, investendo sulla coesione e sulla fiducia reciproca. È nel silenzio di questi investimenti a lungo termine - ha concluso - che si costruiscono le organizzazioni più resilienti. E i sistemi di welfare più solidi".
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