26 Novembre 2025
Fonte: Imagoeconomica
Il vertice di maggioranza sugli emendamenti alla manovra è durato circa due ore e ha chiarito su quali posizioni il Governo sia disposto a cedere e su quali invece sia intenzionato ad andare avanti. Punto fermo sugli affitti brevi è l’esenzione della prima casa dall’aumento dell’aliquota. Sempre più vicino l’aumento dell’IRAP alle grandi banche.
L’incontro tra i principali leader dentro e fuori dal Parlamento della maggioranza, tenutosi oggi a Palazzo Chigi, ha permesso di dirimere alcune delle questioni emerse dalla bocciatura di 105 emendamenti presentati alla manovra finanziaria.
Il primo punto fermo sarebbe l’aumento dell’IRAP alle grandi banche. Gli istituti di credito dovrebbero pagare uno 0,5% in più rispetto alla tassa attuale, portando l’Imposta regionale sulle attività produttive al 2,5%. Questo permetterebbe di ottenere un gettito di poco più di 200 milioni, visto che sarebbero esclusi molti piccoli istituti.
Soldi utili per trovare le coperture per bloccare l’aumento della cedolare secca sugli affitti brevi. Maurizio Gasparri, di Forza Italia, ha dichiarato all’uscita del vertice che tutta la maggioranza è d’accordo sull’esclusione delle prime case che vengono affittate da questa norma:
“Siamo tutti d’accordo di evitare l’aumento della cedolare secca per chi ha una sola casa e la affitta. In questo caso verrà lasciata al 21%. Se poi ha un numero maggiore di appartamenti, è un’impresa e quindi avrà la tassazione che hanno le imprese”
Una delle ipotesi che sarebbe emersa dalla riunione è quella di far scattare l’aliquota dalla terza casa affittata: “C’è chi ha detto tre, c’è chi ha detto cinque, vedremo. Ora tocca al Ministero dell’Economia e delle Finanze vedere se ci sono le coperture” ha dichiarato Gasparri.
Nel frattempo la conferenza dei capogruppo della Camera ha stabilito che la discussione della manovra in aula comincerà venerdì 19 dicembre.
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