26 Novembre 2025
Davide Albertini Petroni, Presidente di Confindustria Assoimmobiliare
La rigenerazione urbana, secondo Scenari Immobiliari, in Italia vale 100.000 nuovi posti di lavoro e 660 miliardi di euro di investimenti nei prossimi 25 anni, con ricadute economiche di indotto pari a 1.900 miliardi di euro e un gettito fiscale complessivo di oltre 135 miliardi. Entro il 2050, sarà necessario valorizzare 320 milioni di metri quadrati di vuoti urbani: solo nelle 14 Città Metropolitane si stimano oltre 11,4 milioni di mq potenzialmente oggetto di interventi di rigenerazione urbana, per un valore aggiunto pari a 54,65 miliardi di euro con 51,25 miliardi di impatto diretto e 55,2 miliardi di ricadute sociali.
Sono questi i dati sui potenziali benefici della rigenerazione urbana, tema oggi al centro dell’evento di Confindustria Assoimmobiliare “La normativa urbanistica e dell'edilizia nel tempo della rigenerazione urbana”, tenutosi presso la sede di BonelliErede a Roma. L’appuntamento, che ha visto la partecipazione di istituzioni, politici, imprenditori ed esperti del settore, è stato l’occasione per analizzare l’evoluzione della pianificazione territoriale e dei titoli edilizi, le diverse interpretazioni emerse nel tempo e le possibili modifiche in chiave di aggiornamento, chiarificazione. Durante il convegno, è stato delineato anche un nuovo modello di sviluppo urbano in cui il quadro legislativo, gli investimenti pubblici e privati e le scelte progettuali convergono per trasformare le città, limitare il consumo di suolo e creare valore economico, sociale e ambientale.
“La normativa edilizia vigente è stata redatta in un periodo di espansione dei centri urbani”, ha dichiarato Davide Albertini Petroni, Presidente di Confindustria Assoimmobiliare. “Oggi, però, il contesto in cui si sviluppano le nostre città è profondamente cambiato: la priorità non è più costruire su nuovo suolo, ma rigenerare il patrimonio immobiliare. Bisogna tutelare, ristrutturare, e ammodernare, incentivando gli operatori immobiliari a muoversi in queste direzioni. Diventa quindi fondamentale che la legge sulla rigenerazione urbana su cui sta lavorando il Senato dialoghi con le disposizioni sugli standard urbanistici e con un Testo unico dell’edilizia adeguatamente revisionato. Il quadro normativo deve essere chiaro, privo di margini di interpretazione, e adeguato alle odierne esigenze delle nostre città. Le trasformazioni urbane di cui abbiamo urgente bisogno, d’altra parte, non possono essere messe a terra senza un apporto consistente di capitali privati e senza un solido partenariato pubblico-privato, che da un lato tuteli l’interesse collettivo e dall’altro garantisca la sostenibilità economica, premessa essenziale per uno sviluppo coerente dei territori”.
Le proposte di Confindustria Assoimmobiliare per la riforma del Testo unico dell’edilizia e per la nuova legge sulla rigenerazione urbana sono raccolte nel Quaderno “La normativa urbanistica e dell'edilizia nel tempo della rigenerazione urbana”, presentato nel corso dell’evento e inviato anche all’attenzione del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini. Le proposte riguardano tutti i temi normativi e operativi più rilevanti, quali, ad esempio, la gerarchia delle fonti (normativa primaria, secondaria e regionale) in materia edilizia, la stabilità giuridica dei titoli edilizi, l’obbligatorietà della conferenza di servizi, le regolarizzazioni delle difformità edilizie e gli accertamenti di conformità, la sostituzione edilizia attraverso demolizione e ricostruzione, il mutamento delle destinazioni d’uso, l’inquadramento urbanistico-edilizio degli insediamenti logistici, il permesso di costruire in deroga per gli alloggi per studenti, il ruolo dei privati quali promotori e finanziatori di interventi di rigenerazione urbana.
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