26 Novembre 2025
Donatella Di Paolo, giornalista e ideatrice del progetto Women for Haiti, ha rilasciato un'intervista a Il Giornale d'Italia nella quale ha raccontato la sua esperienza personale con la patologia del tumore al seno, del rapporto con il professor Cassano e del desiderio, insieme alla Fondazione Rava, di aiutare le donne più in difficoltà che non hanno gli strumenti per essere curate.
Come nasce il progetto?
Women for Haiti nasce da un grande dolore che è stato il mio. Mi sono ammalata di tumore al seno nel 2013, un brutto tumore che però, come vedete, a distanza di parecchi anni sembra essere guarito. Ovviamente quando attraversi un periodo così difficile della tua vita e sopravvivi, ti senti in debito con l'esistenza e quindi hai voglia di fare qualcosa per le altre donne. Donne che magari non hanno le tue stesse possibilità, che sono nate nella parte sbagliata del mondo.
La mia fortuna è stata quella di entrare in contatto con Mariavittoria Rava. Io ho fatto la giornalista Mediaset per oltre 30 annie quando l'ho conosciuta me ne sono assolutamente innamorata. Mi sono innamorata del suo entusiasmo, della sua vitalità, della sua voglia di sentire l'altro sulla pelle. Le ho parlato, le ho presentato il dottor Enrico Cassano, che è il direttore della radiologia senologica dello OIEO, che è stato il punto di riferimento per la mia malattia
Ed ecco qua. Praticamente c'ero io con la voglia di aiutare le altre donne malate di tumore al seno. C'era Maria Vittoria che non ha bisogno di presentazioni e il dottor Enrico Cassano, colui che scopre i tumori e aiuta a guarirli. Ho convinto Enrico a partire per Haiti e io sono partita perché c'era lui, perché ovviamente ero reduce dalla chemioterapia, quindi non ero esattamente una donna in forza. Però mi sentivo serena e contenta. Siamo arrivati, abbiamo trovato una realtà disastrosa, però come dice sempre Mariavittoria, ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo cominciato a lavorare.
Abbiamo iniziato incontrando le donne, parlando con loro, facendo un bellissimo manifesto per mostrare l'unica cosa che possono fare in questo stato di povertà essendo Haiti il penultimo paese più povero al mondo, ossia insegnare loro a fare l'auto palpazione. Basta uno specchio anche in una capanna. Abbiamo creato dei manifesti in creolo e abbiamo fatto anche delle figurine, in modo che ognuna di loro con questo foglietto potesse farsi l'auto palpazione e capire se c'era qualcosa che non andava nel loro seno.
Grazie all'aiuto delle health promoters siamo potuti andare nei centri di aggregazione, scuole, fabbriche, ospedali. Abbiamo distribuito questi pezzetti di carta. Le donne erano entusiaste e nel giro di un anno, quando siamo ritornati per le visite, c'era la coda. Tenete conto che all'inizio "tumore al seno" erano tre parole di cui in Haiti non si conosceva il significato ed è proprio da questo che sono partite tutte le cose realizzate, come per esempio portare un ecografo e poi un mammografo ad Haiti, per insegnare ai medici come usarli. E l'ottobre successivo alla nostra missione c'erano appunto le code di donne che volevano farsi visitare. Questo per noi è stato un grandissimo successo. Queste donne le seguiamo e le continuiamo a seguire. Se hanno dei problemi si presentano all'ospedale San Luca, il più vicino al San Damien dove appunto vengono curati bimbi dell'ospedale pediatrico.
E il progetto va avanti faticosamente perché, lo sapete tutti, adesso Haiti è in un periodo drammatico perché c'è una guerra civile che non permette a nessuno di noi di andare sul posto. Però noi confidiamo nella tecnologia, quindi a distanza ci colleghiamo spesso. Il dottor Cassano continua a insegnare e a vedere radiografie a spiegare come si fa per per capire quando c'è qualcosa che non va e nel frattempo aspettiamo disperatamente di tornare, però, e questa credo che sia una notizia in anteprima vogliamo fare la stessa cosa a Santo Domingo. Infatti in questi giorni sta partendo un ecografo donato da Samsung proprio per Santo Domingo, dove ci sono tantissimi rifugiati haitiani e a breve partirà anche la missione per creare la stessa cosa in un paese estremmente complesso, che non è solo meta turistica con le palme e il mare cristallino, ma è anche un paese dove c'è tantissima povertà e dove tante donne muoiono ancora per il tumore al seno.
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