Unicredit, Banca Sella, Bnp Paribas e Bancomat accelerano sulle stablecoin con 3 nuovi progetti e valute digitali in euro per pagamenti più rapidi alle PMI
Più di 15 banche partecipano ai nuovi programmi europei sulle stablecoin regolamentate, mentre il 98% delle emissioni globali resta legato al dollaro e cresce l’interesse per asset digitali garantiti da riserve reali
Andrea Orcel, amministratore delegato di UniCredit, e Massimo Vigo, amministratore delegato di Banca Sella.
Il mercato europeo delle stablecoin vive una fase di accelerazione senza precedenti. Nel giro di poche settimane sono stati avviati tre progetti destinati a trasformare i sistemi di pagamento per le imprese, in particolare per le PMI, grazie a valute digitali ancorate per lo più all’euro e sviluppate all’interno di piattaforme bancarie regolamentate. L’obiettivo è chiaro: fornire un’infrastruttura capace di garantire pagamenti rapidi, economici e sicuri in un contesto normativo controllato.
Il progetto più atteso è quello promosso da Unicredit e Banca Sella, che sarà presentato ufficialmente il 2 dicembre ad Amsterdam. In questa occasione verranno annunciati il nome della nuova società con sede in Olanda, il CEO, il CFO, la governance e la roadmap per ottenere la licenza e avviare l’emissione della stablecoin. Oltre ai due istituti italiani, partecipano al consorzio anche Ing (Olanda), Kbc (Belgio), Danske (Danimarca), Deka (Germania), Seb (Svezia), Caixa (Spagna) e Raiffeisen (Austria). Secondo indiscrezioni, un’altra banca potrebbe aggiungersi già nella prossima settimana.
Parallelamente, un secondo consorzio internazionale coinvolge istituti del calibro di Bnp Paribas, Banco Santander, Deutsche Bank, Bank of America, Barclays, Citi, Goldman Sachs, Mufg Bank, TD Bank e Ubs. Qui l’obiettivo è sviluppare stablecoin legate alle principali valute del G7, con un rapporto di conversione 1 a 1, rilasciate su blockchain pubbliche.
A completare il quadro c’è Eur-Bank, la stablecoin presentata al Salone dei Pagamenti 2025 e promossa da Bancomat insieme a istituti come Intesa Sanpaolo e Banco Bpm. Ancorata all’euro e garantita da riserve reali, nasce dall’esigenza, come ha spiegato l’amministratore delegato di Bancomat Fabrizio Burlando, di rafforzare il ruolo dell’Europa nei pagamenti digitali. Burlando ha ricordato che il 98% delle stablecoin mondiali è denominato in dollari ed emesso negli Stati Uniti da operatori privati non soggetti a vigilanza. Secondo il manager, il regolamento MiCAR fissa un punto decisivo: in Europa le stablecoin possono essere emesse soltanto da banche o istituti di pagamento vigilati. Per Burlando, proprio questa impostazione rappresenta il punto di partenza del progetto.
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