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Manovra finanziaria 2026, rapporto deficit/PIL Italia al 3%, tra le misure certe il taglio dell’IRPEF e la rottamazione delle cartelle

Nel Documento Programmatico di Finanza Pubblica dovrebbe essere inserito un rapporto deficit/PIL al 3%, che permetterebbe all’Italia di uscire dalla procedura di infrazione con un anno di anticipo

02 Ottobre 2025

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Giancarlo Giorgetti, fonte: Imagoeconomica

Nella serata di oggi, 2 ottobre, si terrà il Consiglio dei ministri nel quale il governo renderà pubblici i dati su cui si baserà la manovra finanziaria: nel Documento Programmatico di Finanza Pubblica (DPFP) dovrebbe essere indicato un rapporto deficit/PIL al 3%, in linea con i parametri europei.

Il rapporto deficit/PIL dell’Italia rientrerà nel 3% già da quest’anno

Il Consiglio dei ministri di questa sera rappresenta il primo passo concreto verso la redazione della manovra finanziaria per il 2026. Durante la riunione, infatti, sarà presentato il Documento Programmatico di Finanza Pubblica (DPFP), che elenca le previsioni del governo sull’andamento dell’economia italiana e delle finanze pubbliche.

Al suo interno ci saranno stime sul PIL, sulla spesa e sul debito. Secondo le prime anticipazioni, però, il governo avrebbe ottenuto un risultato inaspettato. Nel DPFP il rapporto deficit/PIL sarebbe indicato al 3%, e non al 3,2% come previsto lo scorso anno.

Il rapporto deficit/PIL esprime quanti fondi uno Stato spende in più rispetto a quelli che ricava dalle tasse, come percentuale del proprio Prodotto Interno Lordo. Si tratta di una metrica fondamentale, perché è tra i parametri di stabilità dellUnione Europea. La soglia stabilita per una spesa sostenibile è proprio quella del 3%.

Raggiungendola con un anno di anticipo, l’Italia potrà avviare la conclusione della procedura di infrazione, rientrando quindi nei parametri europei. Questo avverrà in primavera, quando le stime diventeranno dati ufficiali.

Le misure della prossima manovra finanziaria

Un deficit più basso del previsto aiuterà il governo a realizzare le misure previste per la prossima manovra finanziaria. La più importante è il taglio dellIRPEF per il cosiddetto ceto medio. L’esecutivo vuole ridurre l’aliquota per lo scaglione che va da 35.000 a 50.000 euro di reddito. Le tasse, per le persone che percepiscono stipendi che raggiungono queste cifre, dovrebbero calare dal 35% al 33%. C’è anche un’ipotesi di estendere questo scaglione fino a 60.000 euro.

La seconda norma che sembra sicura di essere inserita è la quinta iterazione della cosiddetta Rottamazione delle Cartelle, il saldo agevolato, senza sanzioni o interessi, per chi ha debiti con il fisco considerati difficilmente esigibili. Altre misure che potrebbero essere inserite sono incentivi agli investimenti delle aziende, come l’IRES premiale, e il blocco dell’aumento automatico dell’età pensionabile.

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