Banco BPM orienta la propria strategia verso Siena, dopo il ritiro dell’ops di UniCredit, come indicato ieri dal CEO Giuseppe Castagna in occasione della presentazione dei risultati del primo semestre, chiuso con un utile di 1,21 miliardi di euro, superiore alle attese e in crescita del 62%. Come anticipato da Il Giornale d'Italia, il Mef sarebbe pronto a un rilancio del progetto Terzo Polo bancario con Mps e Banco BPM dopo il passo indietro di UniCredit e l’avanzata di Crédit Agricole. Sul tavolo anche l'opzione di permanenza di Crédit Agricole come socio forte della nuova entità con il 10% del capitale.
Castagna: “Aspetteremo il primo round di consolidamento”
“Aspetteremo dopo il primo round di consolidamento per vedere quale sarà la situazione”, ha dichiarato Castagna durante la conference call con gli analisti. “Alcune cose, per così dire, mostrano la via, come la nostra partecipazione del 9% in Mps. Vedremo cosa succede a Mps dopo la transazione su Mediobanca”.
L’ingresso di Banco BPM in Montepaschi e i principali azionisti
Banco BPM era entrato in Montepaschi nel novembre scorso, partecipando al collocamento del 15% in mano al Tesoro curato da Banca Akros, azione ora sotto inchiesta della Procura di Milano. In quell’occasione, oltre a Piazza Meda, si erano mossi anche Anima — successivamente acquisita tramite opa — Delfin e Francesco Gaetano Caltagirone.
Le mosse di Crédit Agricole nel consolidamento bancario
Il CEO si è espresso anche sulle mosse di Crédit Agricole, recentemente salito oltre il 20% in derivati in attesa del via libera della Bce: “Grazie all’ops di UniCredit il Crédit Agricole ha avuto l’opportunità di salire. Vedremo che cosa chiederanno come azionisti ed esamineremo in modo indipendente quale sia il meglio per i nostri soci”.
Integrazione di Anima e rafforzamento del modello capital light
Tra i risultati raggiunti, la banca ha completato l’integrazione di Anima, sgr acquisita con l’opa che ha avviato una nuova fase nel processo di consolidamento bancario, rafforzando il modello capital light basato sull’integrazione tra fabbriche prodotto e rete distributiva. Nel semestre Anima ha contribuito con 156 miliardi di attività finanziarie, generando l’11% dell’utile netto e il 23% delle commissioni. Di conseguenza, le attività di asset management, assicurazione e protection incidono ora per il 35% sui profitti netti complessivi del gruppo.
Verso gli obiettivi del piano industriale 2027
“Siamo molto vicini ai target finali del piano industriale al 2027”, ha spiegato Castagna, confrontando i risultati con gli obiettivi fissati per il primo semestre 2027. “Siamo sulla buona strada per realizzare i nostri piani”, ha aggiunto, precisando che nel 2026 le fabbriche prodotto costruite dalla banca lavoreranno “a pieno regime”.
Solidità patrimoniale e dividendi previsti per il 2025
Sul fronte patrimoniale, il Cet1 si è attestato al 13,3%, sopra il target di piano post-Anima, nonostante l’acquisizione della sgr non abbia beneficiato del Danish Compromise. L’acconto dividendi previsto per il 2025 è di circa 700 milioni (+17%), con un dividendo per azione di 0,46 euro e un dividend yield stimato dell’8%. Tra cedole 2024 e interim 2025, il gruppo ha distribuito 2,2 miliardi di euro.