29 Giugno 2021
Si inaugura oggi la mostra “Storie del Grattacielo. I 60 anni del Pirellone tra cultura industriale e attività istituzionali di Regione Lombardia”, curata dalla Fondazione Pirelli con l’architetto Alessandro Colombo, e promossa da Regione Lombardia, Giunta e Consiglio, e dalla Fondazione Pirelli, anche grazie al contributo di Pirelli e FNM Group. Un percorso allestitivo che racconta l’edificio, nato come Headquarter della Pirelli e poi diventato sede e simbolo di Regione Lombardia, attraverso videoinstallazioni con testimonianze esclusive, fotografie, illustrazioni, filmati di repertorio, in larga parte provenienti dall’Archivio Storico Pirelli.
La mostra, di cui sono già disponibili il catalogo edito da Marsilio e il sito dedicato 60grattacielopirelli.org , vuole essere una celebrazione della modernità della tecnologia e dell’industria lombarde, dell’istituzione della Regione, e dell’avanguardia urbanistica della “città che sale” che trova espressione nel capoluogo lombardo.
Il percorso espositivo si apre con un plastico dell’edificio proveniente dai Gio Ponti Archives posizionato davanti a una grande parete che accoglie il pubblico allo sbarco dagli ascensori al piano “della memoria”, il 26esimo, con la riproduzione di uno schizzo dello stesso Ponti che riassume la sua idea di Milano, della quale il Pirellone è ancora landmark indiscusso. Un disegno realizzato durante un’intervista a Ponti sull’edificio di piazza Duca d’Aosta, nella quale l’architetto racconta con visione profetica la Milano del futuro: “Sogno una Milano fatta dai miei colleghi architetti. Certamente non voglio una Milano fatta con case basse e un grattacielo qui, uno là, un altro là e un altro ancora là. Sarebbe come una bocca con qualche dente lungo e gli altri corti. I grattacieli sono belli se si trovano uno di fianco all’altro, come delle isole. […] Questo che dico non è un sogno, dico ciò che sarà in futuro”.
Cinque “movimenti” scandiscono il percorso espositivo: dalla costruzione dell’edificio, elogio della forma “finita” e del genio di Gio Ponti che ne progetta anche gli arredi per restituire ai lavoratori nuovi comfort per una migliore qualità lavorativa, a Milano, con la sua modernità e capacità di cambiare che diventa motore dello slancio economico negli anni del boom. E infine in tempi più recenti con l’edificio che diventa il simbolo dell’istituzione lombarda. Videoinstallazioni, con la voce di coloro che hanno vissuto l’edificio e che con esso hanno un legame profondo, e una linea del tempo con gli eventi più significativi della grande storia nazionale e internazionale dal 1956 ai giorni nostri, accompagnano il visitatore in questo lungo viaggio.
"Abbiamo lavorato a lungo per questa mostra e oggi raccontiamo come un grande edificio di 60 anni fa sia ancora straordinariamente attuale". Queste le parole di Antonio Calabrò, Responsabile Affari Istituzionali Pirelli, a Il Giornale d'Italia durante l'inaugurazione della mostra. "Il grattacielo Pirelli era il simbolo della Milano intraprendente, della Milano che cresceva, della Milano del boom economico. Impresa, cultura, università, teatro ma anche banche, servizi. Una città che sale. Il grattacielo è rimasto come grande simbolo e ha continuato ad avere il forte valore che adesso come sede del Consiglio Regionale è il posto delle istituzioni. Questo è un punto di Milano: il pubblico e il privato camminano insieme con grande autonomia e dialogo".
"Siamo convinti che quest'edificio, progettato da Gio Ponti e Pierluigi Nervi abbia un futuro davanti. Storie al futuro, l'avvenire della memoria. Costruire bene significa anche interpretare, in un grande edificio, la relazione molto forte tra la bellezza e l'impresa, tra i materiali del lavoro e l'ingegno e l'intelligenza dell'uomo che trasforma i luoghi".
"Credo che Milano abbia reagito alla crisi puntando sulle sue caratteristiche di fondo: l'impresa, la manifattura. Non siamo usciti dalle grandi catene di fornitura. E sugli studenti, sulle università, sulla cultura e sulla formazione. Milano è una città in cui i saperi si mescolano, città di cultura politecnica. Milano è fortemente radicata nei suoi territori di riferimento, nel cuore dell'Europa produttiva ed è contemporaneamente aperta al mondo. C'è un dato che la dice lunga sulla fiducia che il mondo ha verso Milano: gli investimenti immobiliari internazionali sono stati tutti confermati. Milano Sesto è un esempio. Gli architetti lavorano su Milano, l'inaugurazione del nuovo campus del Politecnico progettato da Renzo Piano dice di una città in cui costruire, sapere, pensare, fare ricerca e formare camminano insieme", conclude.
Le parole del Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana a Il Giornale d'Italia: "Essere in presenza è un bel messaggio che riceviamo dall'evoluzione della lotta che stiamo combattendo contro il virus. Secondariamente siamo nel palazzo che è diventato il simbolo dell'operosità della regione e della capacità di guardare sempre al futuro. Il simbolo della regione che avanti a tutte nell'individuazione delle strade che si devono percorrere e anche il simbolo della capacità di reagire, quando venne colpito dall'aereo diede la dimostrazione di come la Lombardia ha saputo reagire al terribile evento. Credo che questo Palazzo sia la sintesi delle doti di questa regione e di questo grande popolo".
Sulle comunali di Milano il Presidente Fontana: "Non so, sto aspettando e leggendo con interesse perché mi sembra si stiano facendo nomi importanti, deciderà chi deve decidere. Il candidato del centrodestra a Varese è perfetto, una persona capace, con esperienza, intelligente. Credo che un candidato di questo genere sia il migliore per Varese e sarà un bravissimo sindaco", conclude.
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