Domenica, 23 Novembre 2025

Seguici su

"La libertà innanzi tutto e sopra tutto"
Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Next Stage, i concerti in realtà virtuale e audio 3D: quando la tecnologia porta gli spettatori sul palco accanto agli artisti

Il progetto toscano Next Stage sperimenta l'audio 3D e i visori per superare i limiti dello streaming tradizionale. Ma siamo davvero pronti a vivere i concerti da casa come se fossimo dietro al batterista?

23 Novembre 2025

Next Stage, i concerti in realtà virtuale e audio 3D: quando la tecnologia porta gli spettatori sul palco accanto agli artisti

Fonte: Pixabay

Per anni l'industria musicale ha cercato di portare i concerti dal vivo nelle case degli appassionati attraverso lo streaming. Eppure, nonostante gli investimenti e la diffusione durante la pandemia, qualcosa non ha mai funzionato davvero. Il problema? La tecnologia tradizionale, quella che semplicemente riprende il palco e lo trasmette sugli schermi, non riesce a catturare l'essenza di un concerto: la presenza collettiva, l'energia della folla, l'intimità emotiva con l'artista.

Ora, però, una nuova generazione di tecnologie immersive promette di cambiare le carte in tavola. Non più semplici spettatori passivi davanti a uno schermo, ma partecipanti attivi di un'esperienza che va oltre il concerto fisico. Il futuro della musica dal vivo potrebbe passare da un visore di realtà virtuale.

L'esperimento italiano: Next Stage

In Italia, l'avanguardia di questa rivoluzione si chiama Next Stage ed è sviluppato da Toscana Produzione Musica nell'ambito del progetto europeo AMPLIFY. L'obiettivo è ambizioso: offrire agli spettatori una prospettiva impossibile da ottenere in un concerto tradizionale. Immaginatevi sul palco accanto al chitarrista, con la possibilità di spostarvi dietro al batterista o accanto al cantante, cambiando punto di vista a piacimento mentre il concerto si svolge.

Non si tratta di un semplice video a 360 gradi, ma di un vero e proprio "palco immersivo" dove chi indossa il visore di realtà virtuale può muoversi liberamente nello spazio, cogliere ogni sfumatura sonora e sentirsi parte integrante dell'evento. Una sorta di pass VIP virtuale che garantisce accesso totale, senza le limitazioni fisiche di un normale biglietto.

Il progetto si è sviluppato in due fasi sperimentali. La prima, conclusa durante l'Internet Festival 2025, ha coinvolto 50 persone in un'esperienza ambientata in un locale jazz virtuale, raccogliendo dati preziosi sulle reazioni emotive e sulla percezione acustica. La seconda fase, prevista per l'Internet Festival 2026, aumenterà il pubblico a 200 partecipanti e si concentrerà sulla verifica dell'interazione in tempo reale tra spettatori e musicisti.

Il segreto sta nell'audio tridimensionale

Se la componente visuale della realtà virtuale è ormai piuttosto conosciuta, il vero elemento rivoluzionario di queste esperienze risiede nell'audio spazializzato, o audio 3D. Non si tratta semplicemente di ascoltare la musica in stereo o con un effetto surround, ma di essere letteralmente immersi in una realtà sonora tridimensionale.

Le tecnologie principali per ottenere questo risultato sono due. La prima, utilizzata da sistemi come Dolby Atmos, tratta ogni suono come un "oggetto" distinto che può essere posizionato con estrema precisione nello spazio tridimensionale. La seconda, chiamata Ambisonics, cattura l'intero campo sonoro a 360 gradi in fase di registrazione e lo ricrea poi nelle cuffie dell'ascoltatore, simulando perfettamente la sensazione di essere fisicamente presenti in quel luogo.

Il risultato? Potete sentire il rullante che suona alla vostra destra, il basso che pulsa alle vostre spalle, la voce del cantante che arriva frontalmente. Ogni strumento ha una posizione precisa nello spazio, esattamente come accadrebbe se foste realmente sul palco. Questa fedeltà acustica amplifica enormemente l'impatto emotivo dell'esperienza e genera un senso di presenza che lo streaming tradizionale non può nemmeno lontanamente offrire.

Da Fortnite al metaverso: gli esperimenti dei big

L'industria dell'intrattenimento ha già iniziato a sperimentare queste possibilità, con risultati sorprendenti in termini di partecipazione. Epic Games, attraverso Fortnite, ha ospitato nel 2021 il "Rift Tour" con Ariana Grande, un evento virtuale che ha attirato milioni di giocatori. Più recentemente, tra settembre e ottobre 2025, è stata la volta della Daft Punk Experience, sempre su Fortnite.

Anche Justin Bieber ha sperimentato esperienze virtuali interattive attraverso la piattaforma Wave, dove gli artisti appaiono sotto forma di avatar animati in tempo reale, capaci di interagire con il pubblico attraverso gesti, movimenti e persino risposte a stimoli degli spettatori.

La tendenza più recente si sposta verso la realtà mista, dove l'avatar dell'artista può essere "proiettato" nell'ambiente fisico dell'utente. Immaginate di trovarvi nel vostro salotto e vedere materializzarsi davanti a voi la versione virtuale del vostro artista preferito che si esibisce sulla libreria di casa. Scenari fino a pochi anni fa relegati alla fantascienza.

Video volumetrico: il futuro dell'immersività

Per superare i limiti dei video a 360 gradi tradizionali, che vincolano lo spettatore a un punto di vista predefinito, alcune aziende pioniere come Emblematic Group stanno adottando il video volumetrico. Questa tecnologia consente una completa libertà di movimento all'interno della scena virtuale: l'utente può fisicamente spostarsi nello spazio, avvicinarsi o allontanarsi, cambiare angolazione, trasformandosi di fatto in un co-regista della propria esperienza.

Non più semplici consumatori passivi di contenuti, ma esploratori attivi di mondi sonori e visivi costruiti appositamente per essere vissuti in prima persona.

Il problema dei costi: un lusso per pochi

Ma è davvero tutto così rivoluzionario? La risposta è sì, tecnicamente parlando. Dal punto di vista commerciale, però, ci sono ostacoli significativi. Il primo è il costo dell'hardware necessario. Un visore Meta Quest 3, considerato di fascia medio-alta, costa circa 500 euro. L'Apple Vision Pro, che offre qualità superiore, supera abbondantemente i 3.000 euro.

Gestire l'audio in modo tridimensionale richiede tecniche avanzate e complesse, e il risultato è considerato un prodotto di lusso. Il mercato globale degli eventi virtuali è in forte espansione, con previsioni di crescita sostenuta fino al 2030, ma l'adozione di massa è frenata proprio dai costi elevati e dalla frammentazione dell'hardware.

Oggi, il pubblico di queste esperienze è composto principalmente da chi può permettersi dispositivi di ultima generazione, motivo per cui produzioni come Next Stage devono ottimizzare l'esperienza per tale pubblico ristretto. La vera svolta arriverà solo quando la tecnologia diventerà più accessibile: occhiali di realtà aumentata e virtuale più leggeri, economici e integrati nella vita quotidiana.

Attenzione a non scendere dal palco troppo presto

Il coordinamento del progetto Next Stage ha adottato un approccio definito "umano-centrico", riconoscendo che un'esperienza davvero immersiva non dipende unicamente dalla tecnologia in sé, ma da come viene applicata per soddisfare i bisogni delle persone. Preservare la natura collettiva dell'evento musicale e l'interazione in tempo reale tra artista e pubblico rimane fondamentale.

Per questo motivo, le esperienze virtuali devono puntare sull'interattività: applausi virtuali, reazioni in tempo reale, messaggi che influenzano la performance. Senza questi elementi, il rischio è di creare un surrogato freddo e distante del concerto dal vivo, incapace di giustificare il prezzo elevato e l'impegno tecnologico richiesto.

Come sottolineano gli ideatori del progetto, oggi uno spettacolo virtuale deve essere veramente irripetibile e offrire qualcosa che il concerto tradizionale non può dare. Altrimenti, gli spettatori "scenderanno dal palco" prima ancora che si spengano le luci virtuali.

Il verdetto: pronti, ma non per tutti

La tecnologia per vivere concerti immersivi esiste ed è già funzionante. I progetti pilota come Next Stage dimostrano che è possibile creare esperienze emozionanti, coinvolgenti e qualitativamente superiori allo streaming tradizionale. L'audio 3D e la realtà virtuale possono davvero rivoluzionare il modo in cui fruiamo la musica dal vivo.

Tuttavia, siamo ancora lontani da una diffusione di massa. I costi dell'hardware rimangono proibitivi per la maggior parte del pubblico, la frammentazione dei dispositivi crea problemi di compatibilità e standardizzazione, e molti utenti devono ancora convincersi che indossare un visore per due ore valga davvero la pena.

Il futuro dei concerti virtuali passerà probabilmente da dispositivi più leggeri e discreti, magari semplici occhiali indistinguibili da quelli tradizionali, capaci di offrire esperienze in realtà mista senza isolare completamente chi li indossa dal mondo reale.

Nel frattempo, chi ha la fortuna di possedere l'hardware giusto e la curiosità di sperimentare può già oggi vivere l'esperienza straordinaria di trovarsi virtualmente sul palco accanto ai propri artisti preferiti. Un privilegio che, chissà, tra qualche anno potrebbe diventare la normalità.

Glossario tecnologico essenziale:

  • XR (Extended Reality): termine generico che include tutte le tecnologie di realtà virtuale, aumentata e mista
  • VR (Virtual Reality): realtà completamente virtuale fruita attraverso visori
  • AR (Augmented Reality): sovrapposizione di elementi digitali al mondo reale
  • MR (Mixed Reality): fusione tra elementi reali e virtuali con interazione reciproca
  • Audio spazializzato: audio tridimensionale che simula la posizione dei suoni nello spazio
  • Video volumetrico: tecnologia che permette movimento libero all'interno di scene video tridimensionali

Di Massimo Garofalo

Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.

Commenti Scrivi e lascia un commento

Condividi le tue opinioni su Il Giornale d'Italia

Caratteri rimanenti: 400

Articoli Recenti

x