20 Novembre 2025
Le Borse internazionali hanno ritrovato slancio nell’ultima seduta (e anche stamane), archiviate le preoccupazioni emerse nei giorni scorsi su una possibile bolla speculativa legata all'intelligenza artificiale. A trainare il recupero sono stati i risultati trimestrali di Nvidia, che hanno superato le aspettative degli analisti dimostrando come la domanda di processori per applicazioni AI resti solida e in espansione.
Il sentiment negativo delle scorse settimane aveva colpito in particolare i titoli tecnologici, con investitori preoccupati che l'euforia attorno all'AI potesse aver gonfiato eccessivamente le valutazioni. Timori legittimi in un contesto dove la crescita esponenziale degli investimenti nel settore aveva alimentato dubbi sulla reale capacità di monetizzazione di queste tecnologie.
I dati comunicati da Nvidia hanno però spazzato via le incertezze: ricavi in forte crescita e prospettive solide hanno convinto i mercati che il ciclo di investimenti nell'intelligenza artificiale sia tutt'altro che concluso. Il colosso californiano continua a dominare il mercato dei chip specializzati per data center, con una domanda che non accenna a diminuire da parte dei principali player globali.
Il settore AI è infatti in pieno fermento, con investimenti che continuano a crescere su scala planetaria. Negli ultimi giorni si sono susseguiti annunci di portata straordinaria da parte dei principali protagonisti tecnologici.
Google ha lanciato in questi giorni Gemini 3 - la nuova e potentissima versione della sua AI consumer, e soprattutto Ironwood, la settima generazione delle sue TPU (Tensor Processing Unit). Ironwood offre prestazioni oltre quattro volte superiori rispetto al predecessore, sia per il training che per l'inferenza dei modelli. Il chip sarà disponibile nelle prossime settimane e rappresenta il cuore della strategia infrastrutturale di Mountain View. Anthropic ha già annunciato l'accesso fino a un milione di queste TPU, in quello che è uno dei più grandi accordi di infrastruttura mai resi pubblici, del valore di decine di miliardi di dollari.
Ironwood è stato progettato per l'"age of inference", la fase in cui la vera sfida non è più addestrare i modelli ma servirli in modo rapido e affidabile a milioni di utenti simultanei. Ogni pod integra fino a 9.216 chip connessi come un unico supercomputer, con networking a 9,6 Tb/s e memoria ad alta banda da 1,77 PB per pod. Il sistema garantisce disponibilità prossima al 99,999%, grazie a tecnologie come l'Optical Circuit Switching che permette di aggirare guasti hardware in millisecondi.
Microsoft, dal canto suo, ha presentato la sua prima AI "superfactory": un'infrastruttura rivoluzionaria che unifica due enormi data center situati in Wisconsin e Atlanta, separati da circa 700 miglia, in un unico sistema computazionale. Le strutture, progettate esclusivamente per carichi di lavoro AI, integrano centinaia di migliaia di GPU Nvidia connesse tramite una rete in fibra ottica ad alta velocità e un'architettura AI-WAN.
La superfactory opera come un'unica piattaforma "planet-scale": le risorse di calcolo vengono aggregate, i carichi di lavoro possono essere spostati in tempo reale e la domanda energetica viene distribuita tra più regioni. Questo approccio è nato per sostenere modelli da trilioni di parametri e scenari di inferenza molto intensivi, con l'obiettivo di supportare sia partner come OpenAI sia gli strumenti interni di Microsoft.
Tra gli annunci più significativi spicca quello di Anthropic (la sua AI è Claude), che ha dichiarato un investimento da 50 miliardi di dollari per costruire una rete nazionale di data center avanzati negli Stati Uniti, con prime location in Texas e New York. I primi impianti entreranno in funzione nel 2026, creando migliaia di posti di lavoro in fase di costruzione e 800 ruoli permanenti.
Il progetto, realizzato in collaborazione con il partner cloud Fluidstack, nasce in un momento di forte competizione infrastrutturale: OpenAI sta infatti portando avanti un'espansione da 1,4 trilioni di dollari, trasformando la disponibilità di potenza di calcolo nel nuovo terreno di scontro tra i giganti dell'AI. Amazon ha già inaugurato per Anthropic un campus dedicato da 1.200 acri in Indiana per 11 miliardi di dollari, mentre prosegue l'espansione dell'accordo con Google per capacità aggiuntiva.
Secondo documenti finanziari recenti, Anthropic è sulla buona strada per raggiungere la redditività molto più rapidamente di OpenAI, evidenziando approcci differenti al boom dell'intelligenza artificiale da parte delle due società.
Queste infrastrutture aprono scenari concreti per il mondo enterprise: accelerazione di ricerca e sviluppo, maggiore stabilità nella fornitura di potenza computazionale, tempi ridotti nell'addestramento di modelli personalizzati e servizi più performanti. I settori con applicazioni immediate includono biotecnologie, finanza quantitativa, supply chain, modellazione dei rischi e progettazione avanzata.
Parallelamente, emergono anche tensioni sul fronte dei dati di training. Wikipedia ha invitato pubblicamente gli sviluppatori AI a smettere di estrarre contenuti dal sito e a utilizzare invece la Wikimedia Enterprise, l'API a pagamento con attribuzione obbligatoria. La richiesta arriva dopo un calo dell'8% delle visualizzazioni umane anno su anno e la scoperta di bot che si erano finti utenti reali per accedere massivamente ai contenuti.
La piattaforma sottolinea che la conoscenza generata dai volontari è la base dei dataset usati dai modelli e che senza un riconoscimento adeguato le informazioni rischiano di diventare obsolete o imprecise.
I dati di mercato delle ultime sedute, trainati da Nvidia, confermano che il settore dell'intelligenza artificiale è ben lontano dall'essere una bolla destinata a scoppiare. Gli investimenti miliardari annunciati da Microsoft, Google e Anthropic dimostrano come i principali attori tecnologici credano fermamente nella sostenibilità economica di questa rivoluzione. La corsa all'infrastruttura AI è appena iniziata e promette di ridefinire il panorama tecnologico globale nei prossimi anni.
Di Massimo Garofalo
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