Sabato, 22 Novembre 2025

Seguici su

"La libertà innanzi tutto e sopra tutto"
Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Genova, condanna definitiva per i due fratelli che uccisero il padre, uno pensa già alla semi libertà

I ragazzi secondo i giudici erano stati provocati dal genitore: voleva che ritirassero una denuncia per maltrattamenti che avevano presentato insieme alla madre

22 Novembre 2025

Genova, condanna definitiva per i due fratelli che uccisero il padre, uno pensa già alla semi libertà

La Cassazione ha respinto il ricorso presentato dai difensori di Alessio e Simone Scalamandrè, i due fratelli- rispettivamente di 33 e 25 anni - accusati di aver ucciso in concorso tra loro il padre Pasquale la sera del 10 agosto del 2020. Così la sentenza bis formulata lo scorso 25 marzo dai giudici della Corte di appello di Milano, che condanna Alessio a 12 anni di carcere e Simone a 6 anni e 2 mesi, è diventata definitiva.

Alessio dal giorno successivo all’omicidio è agli arresti domiciliari. Per questo la pena residua da scontare, considerati anche gli sconti per la cosiddetta liberazione anticipata, è di meno della metà. Per questo per lui potrà essere chiesta la semi-libertà subito dopo l’ingresso in carcere. Se fosse accolta potrebbe uscire di giorno e tornare in carcere solo la sera. Simone invece è sempre stato indagato e poi processato in stato di libertà: ha un lavoro come commesso e ha cercato di andare avanti con la propria vita, pur sapendo che questo momento sarebbe prima o poi arrivato. Dovrà scontare una parte della pena in carcere prima di accedere a misure alternative. Adesso i due ragazzi insieme ai loro avvocati attendono che arrivi dalla procura generale presso la Corte d’appello di Milano l’ordine di esecuzione della pena, che potrebbe arrivare oggi stesso oppure nei prossimi giorni. La speranza per entrambi è che possano stare insieme in cella, possibilmente non nel carcere di Marassi, ma a Chiavari, dove le condizioni carcerarie sono più gestibili, ma la situazione non è semplice. 

Ci sono volute sette sentenze per arrivare alla fine di questa lunga e dolorosa vicenda giudiziaria ed è solo grazie all’ostinazione dei difensori dei due ragazzi che si è arrivati allo sconto di pena. Alessio e Simone Scalamandré erano stati condannati infatti entrambi in primo grado ma al fratello minore Simone era stata riconosciuta l’attenuante del ‘contributo minimo al delitto’. In appello Alessio era stato condannato a 21 anni, mentre il fratello minore assolto. Assoluzione che è stata annullata dalla Cassazione. La Suprema Corte aveva ordinato di rifare il processo in corte d’assise d’Appello, non più a Genova, ma a Milano (per la mancanza a Genova di una seconda sezione di corte d’assise d’appello). Con due finalità: motivare meglio la decisione sulla responsabilità di Simone, rideterminare la pena per Alessio valutando in modo diverso l’aggravante della provocazione. La Corte d’appello di Milano invece – senza tener conto dei rilievi degli Ermellini – aveva confermato per Alessio 21 anni di carcere. E aveva condannato Simone a 14 anni. Sentenza annullata nuovamente dalla Cassazione.

Poi la Corte d’appello di Milano aveva ridotto appunto la pena a 12 anni e 6 anni e due mesi spiegando che i due fratelli erano stati provocati dal padre non solo nel momento in cui era entrato in casa violando il divieto di avvicinamento e pretendendo che il figlio maggiore modificasse la denuncia nei suoi confronti, ma con anni di tensioni famigliari e minacce alla madre, tanto che i due fratelli non la volevano più lasciare sola con il marito. Una “provocazione da accumulo” sfociata nel violento delitto, che non fu premeditato, ma fu invece una reazione alla violenza del padre contro di lui che ha scatenato la rabbia “accumulata”.

Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.

Commenti Scrivi e lascia un commento

Condividi le tue opinioni su Il Giornale d'Italia

Caratteri rimanenti: 400

Articoli Recenti

x