31 Luglio 2025
6 arrestati inchiesta urbanistica Fonte: LaPresse
È stata pubblicata l'ordinanza di 400 pagine disposta dal gip di Milano, Mattia Fiorentini, per 6 dei 74 indagati nell’ambito della maxi-inchiesta sull’urbanistica nel capoluogo lombardo. Tra le righe dell’ordinanza si legge che il reato di corruzione è dovuto dagli “incarichi come remunerazione per i favori fatti da Commissione per il paesaggio”.
6 persone sono destinatarie di misure cautelari – una in carcere, le altre ai domiciliari – nell’ambito di un’inchiesta che svela un presunto “sistema” di corruttela radicato nella gestione edilizia del capoluogo lombardo. Un meccanismo che, secondo la ricostruzione contenuta nell’ordinanza, avrebbe favorito un’inquietante commistione tra interessi pubblici e privati, in grado di incidere pesantemente sulla trasformazione urbanistica della città.
In carcere è finito Andrea Bezziccheri, patron della società immobiliare Bluestone. Arresti domiciliari invece per l’ex assessore comunale alla Rigenerazione urbana, Giancarlo Tancredi; per il Ceo di Coima, Manfredi Catella; per il presidente della ormai sciolta Commissione per il Paesaggio del Comune, Giuseppe Marinoni; per l’architetto e componente della stessa Commissione, Alessandro Scandurra; e per Federico Pella, ex manager della società di ingegneria J+S.
Le accuse contestate dalla Procura milanese sono gravi: “corruzione, falso e induzione indebita a dare o promettere utilità”. L’impianto accusatorio, come ricorda una nota ufficiale del Tribunale di Milano, è stato ritenuto fondato dal gip, che ha riconosciuto “la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza, con esclusione” solo per alcune condotte. Il giudice ha inoltre ravvisato il “pericolo di reiterazione di reati”, motivo per cui ha disposto misure limitative della libertà personale, calibrate secondo il ruolo e la pericolosità attribuita ai singoli indagati.
Dalla lettura dell’ordinanza di 400 pagine emerge un quadro inquietante. L’inchiesta, che coinvolge anche l’ex vicesindaca Ada Lucia De Cesaris, tratteggia un “sistema” di “speculazione edilizia selvaggia”, rimasto “indisturbato” per anni e che avrebbe plasmato lo skyline di Milano secondo logiche corruttive. La Commissione per il Paesaggio viene descritta come “fulcro delle patologie della gestione urbanistica” e centro di una “corruzione sistemica”.
Il gip Fiorentini, parla di un “consolidato sistema di corruttela e commistione tra interessi pubblici e privati” finalizzato alla “spartizione del territorio edificabile”. Il giudice sottolinea come “corrompendo il presidente” della Commissione, Giuseppe Marinoni, il vicepresidente Oggioni e “singoli componenti” come Scandurra – “a loro volta influenzabili dai primi e soggetti alle pressioni di Tancredi” – “importanti costruttori privati potevano ottenere informazioni, anticipazioni e un occhio di riguardo per le pratiche di interesse”.
Su Tancredi, il gip riconosce l’assenza di interessi personali, ma evidenzia che l’ex assessore “può continuare ad avvantaggiare persone di suo gradimento”, come “accaduto con Marinoni”, in cambio della “fedeltà ‘alla linea’” e della “disponibilità a intervenire sui progetti di interesse dell’amministrazione per cui lavora tuttora (nonostante l’aspettativa)”. Un ruolo, quello di Tancredi, ancora considerato pericoloso, proprio per “le conoscenze acquisite in tanti anni trascorsi ad occuparsi dell’urbanistica milanese”.
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