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Suicidio assistito, morta a 50 anni Perugia la giornalista Laura Santi, malata di sclerosi multipla da 25 anni, si è autosomministrata il farmaco

Morta nella sua di Perugia la giornalista e attivista Laura Santi tramite il metodo del suicidio assistito

22 Luglio 2025

Suicidio assistito, morta a 50 anni Perugia la giornalista Laura Santi, malata di sclerosi multipla da 25 anni, si è autosomministrata il farmaco

Laura Santi e il marito Stefano, fonte: Facebook, @Abolizione del suffragio universale

È morta con il suicidio assistito in Perugia la giornalista Laura Santi. Aveva 50 anni ma da oltre 25 era affetta da una malattia: la sclerosi multipla. La donna è morta nella sua casa dopo essersi autosomministrata un farmaco letale. Accanto a lei il marito Stefano, vicino alla donna nei suoi anni di battaglia contro la malattia. A dare la notizia è stata l'Associazione Luca Coscioni, della quale Laura è stata attivista e consigliera generale. Negli ultimi tempi sono diversi i casi di suicidio assistito in Italia. Il tema ha spesso sollevato parecchie divisioni: da una parte c'è chi sostiene che dovrebbe essere data priorità al miglioramento dell'assistenza sanitaria per i malati e gli infermi, dall'altra chi crede che sia una pratica di buon senso che serve a terminare le sofferenze di una persona. In Italia questa pratica è legale dal 2019 dopo una sentenza della Corte costituzionale.

Suicidio assistito, morta a 50 anni Perugia la giornalista Laura Santi, malata di sclerosi multipla da 25 anni

Nuovo caso di suicidio assistito in Italia, che vede coinvolta la giornalista perugina Laura Santi. La donna si è autosomministrata il farmaco, come previsto dalla pratica. La 50enne era malata di sclerosi multipla da oltre 25 anni, metà della sua vita. Suo marito Stefano ha dichiarato che "dopo anni di progressione di malattia e dopo l'ultimo anno di peggioramento feroce delle sue condizioni, le sue sofferenze erano diventate per lei intollerabili".

La donna ha rilasciato delle dichiarazioni, rese note dall'Associazione Luca Coscioni: "La vita è degna di essere vissuta, se uno lo vuole, anche fino a 100 anni e nelle condizioni più feroci, ma dobbiamo essere noi che viviamo questa sofferenza estrema a decidere e nessun altro. Io sto per morire. Non potete capire che senso di libertà dalle sofferenze, dall'inferno quotidiano che ormai sto vivendo. O forse lo potete capire. State tranquilli per me. Io mi porto di là sorrisi, credo che sia così. Mi porto di là un sacco di bellezza che mi avete regalato. E vi prego: ricordatemi".
 

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